Di Nicola Schulz Bizzozzero-Crivelli, curatore della rubrica Hic et Nunc che si occupa di psicologia, sanità e psicopatologia e della Prof.ssa Donatella Marazziti

Sono sempre di più le persone che si dichiarano stressate. Secondo i dati dell’Ufficio Federale di Statistica, ad esempio, in Svizzera un quarto della popolazione percepisce stress sul posto di lavoro. Sebbene da tempo siano note le conseguenze di una condizione simile, soprattutto se prolungata, sulla salute mentale, si sta diventando sempre più consapevoli del suo impatto sulla salute generale, con influenze su problemi cardiaci, sistema immunitario e persino sul rischio di morte precoce.

Che cosa è lo stress

Lo stress è definibile come una risposta psicofisica di natura emotiva, cognitiva o sociale, percepita da una persona come eccessiva e tale da superare le proprie risorse e le proprie capacità di far fronte ai problemi (abilità di coping, serie di comportamenti messi in atto per cercare di tenere sotto controllo o di affrontare e/o minimizzare conflitti, situazioni o eventi stressanti). Le persone percepiscono e interpretano in modo diverso situazioni ed eventi e di conseguenza ogni individuo ha un proprio modello di adattamento a richieste interne o ambientali: va dunque da sé che non tutti sviluppano le stesse problematiche e con la stessa intensità di fronte a situazioni stressanti e che addirittura i fattori percepiti come stressor possono cambiare a seconda della persona con cui si ha a che fare. Un evento o una condizione che potrebbero essere percepiti come stressanti da qualcuno possono non esserlo per qualcun’altro.

Fattori che determinano quanto una persona è sensibile agli stressor

Alcuni individui hanno una probabilità maggiore di sviluppare una serie di problemi a lungo termine in condizioni di stress rispetto ad altri. Per esempio, gli adolescenti con genitori depressi sono più sensibili ad eventi stressanti e sono più soggetti alla depressione di fronte a un evento stressante nel corso della vita. Anche la quantità di stress sperimentato durante i primi anni di vita può rendere gli individui maggiormente vulnerabili agli stressor.

I propri pattern comportamentali hanno un influsso sulla percezione dello stress e sulla possibilità dunque di ammalarsi più facilmente. I modi di agire della personalità A, caratterizzata da un’eccessiva spinta di competitività, dall’impegno estremo sul lavoro e dall’impazienza, dall’urgenza o dalle ostilità, sembrano portare a un rischio otto volte superiore rispetto ad altre persone di avere un attacco di cuore nel corso dei successivi otto anni e mezzo. Gli uomini con disturbi coronarci (CHD, Cardiac Heart Disease) che dimostrano avere stress cronico hanno e hanno dei tratti della personalità D (tendenza a sperimentare emozioni negative e a sentirsi insicuri e ansiosi) hanno una probabilità di avere successivi attacchi di cuori fatali durante i cinque anni successivi al primo.

Ma si è scoperto che anche il patrimonio genetico gioca un ruolo importante. Numerosi studi sottolineano la forma particolare del gene 5HTTLPR che è legato alla facilità con cui le persone possono diventare depresse nell’affrontare lo stress nella vita.

La relazione tra stress, malattie cardiache e sistema immunitario

Il legame fra stress e malattia fisica coinvolge anche patologie che non sono correlate direttamente al sistema nervoso e ciò suggerisce che lo stress può causare una vulnerabilità globale alle malattie dovuta alla compromissione del sistema immunitario. Chi è stressato può prendere più facilmente persino un banale raffreddore!

Qualsiasi stress può tendere ad aggravare o mantenere alcuni disturbi come il mal di testa o l’artrite reumatoide, aumenta il rischio di avere un attacco di cuore e può aumentare il rischio di malattie cardiache e di morte. Ad esempio a una condizione lavorativa dove si percepisce di mettere in campo un alto impegno a fronte di poco controllo fa crescere la possibilità di incorrere in futuro in malattie cardiache, in misura ancor maggiore vi sono comportamenti negativi per la salute come l’abuso di alcol, droghe e fumo. Non è un caso che statisticamente il maggior numero di attacchi di cuore tra i lavoratori avviene il lunedì, primo giorno della settimana

Lo stress provoca anche una disregolazione del sistema immunitario, rallentando la guarigione da patologie e persino da ferite e rendendo più suscettibili a malattie di vario genere. Quanto avviene è spiegabile tramite la correlazione tra stress cronico e capacità di inibire la produzione di citochine, che porta a una risposta eccessiva o esagerata immunitaria o infiammatoria. 1.In sintesi, lo stress cronico sembra compromettere la capacità del corpo a rispondere ai segnali che stimolano il sistema immunitario, portando a una infiammazione che a sua volta è un fattore di rischio per un’ampia gamma di problemi di salute e malattie come i disturbi cardiovascolari, il diabete di tipo 2, l’osteoporosi, l’artrite reumatoide e molti altri ancora. 

Chi subisce stressor da bambino rischia una morte precoce 

Lo stress pare avere anche conseguenze biologiche tali da anticipare i segni dell’invecchiamento, rendendo più probabile una morte maggiormente precoce a causa di malattie come il cancro o patologie cardiache. È provato che vi è una correlazione tra fattori di stress traumatici vissuti durante l’infanzia e morte prematura, spiegabile con un accorciamento dei telomeri 2.

Stress e salute mentale

I legami tra condizioni stressanti e disturbi psicologici e psichici sono comprovati da tempo. In particolare, aumentano le possibilità di sviluppare depressione e ansia, che a loro volta possono essere correlate al sistema immunitario e a problematiche cardiache. Infatti, la depressione è più frequente in chi ha una malattia al cuore rispetto a chi ha un tumore e aumenta la possibilità di sviluppare malattie cardiache o di avere un attacco di cuore del 30%, l’ansia invece è spesso la conseguenza di una malattia coronarica e fa crescere il rischio di morte cardiaca improvvisa.

Il Disturbo dell’adattamento 3, il disturbo da stress acuto e il disturbo post-traumatico da stress sono considerate psicopatologie legate allo stress.

Come proteggersi dallo stress

Una volta compresi i rischi causati dallo stress, sia occasionale che prolungato, è necessario chiedersi come poterne mitigare gli effetti, partendo dalle proprie caratteristiche comportamentali e genetiche, pur sapendo che difficilmente in una vita standard si possono evitare tutti gli stressor e che nella vita avvengono fatti imprevedibili.

Un ruolo importante è giocato dalla resilienza (tema già approfondito in questo articolo:Link), dalle emozione positive e dalla regolazione delle emozioni stesse. Si può agire modificando le abitudini, adottando uno stile di vita sano, assumendo un’alimentazione sana ed equilibrata, dormendo adeguatamente, mantenendo relazioni sociali, vivendo emozioni positive, praticando meditazione, tecniche di rilassamento come la respirazione diaframmatica e sport.

Chi sa di essere esposto in modo probabile e frequente a eventi traumatici può prepararsi tramite una adeguata formazione psicologica e con tecniche come il training dell’inoculazione dello stress, un intervento psicoterapeutico che permette di apprendere e gestire lo stress e le sue conseguenze disfunzionali.

Vi sono però dei traumi legati a eventi cui non si può lavorare preventivamente e che sono imprevedibili, come un grave incidente d’auto, uno stupro, un rapimento, l’assistere a un omicidio, il vivere in un paese in guerra, una catastrofe naturale come un terremoto. È stato più volte sottolineato come le popolazioni colpite da calamità naturali nei mesi successivi possano sviluppare disturbi cardiaci, infarto e perfino morte improvvisa.

Nicola Schulz Bizzozzero Crivelli, Department of Medical and Experimental Medicine, Section of Psychiatry and Department of Neurosciences, Department of Psychiatry, University of Pisa. Degree in Psychology, Degree in Science of Tourism, Degree in Political Science and International Relations, and Master in Criminology. Ending the specialization in Clinical and Dynamic Psychology.

Assistant of psychiatrist Donatella Marazziti, a psychopharmacologist, and Medical Director of the Azienda Ospedaliera Pisana (AOU) and Professor at the University of Pisa, Pisa, Italy, and at the Unicamillus University of Rome, Italy.

Note

  1.  Le citochine sono piccole molecole proteiche che fungono da messaggeri chimici e permettono alle cellule immunitarie di comunicare fra loro, con un ruolo nella risposta allo stress riguardante il processo di infiammazione e immunomodulazione. Si dividono in proinfiammatorie (aiutano ad affrontare i problemi per il nostro sistema immunitario aumentando la risposta immunitaria) e infiammatorie (diminuiscono o smorzano la risposta che il sistema immunitario produce e talvolta vanno proprio a bloccare la sintesi di altre citochine) e svolgono un ruolo importante nella mediazione infiammatoria e immunitaria. Uno squilibrio o la produzione incontrollata di citochine possono portare a malattie di tipo infiammatorio, allergie o patologie autoimmuni.     
  1.  I telomeri sono le parti finali dei cromosomi che si accorciano con l’età. Se diventano diventano troppo corti le cellule non funzioneranno correttamente e il rischio di malattia aumenta. Lo stress, così come il consumo di bevande zuccherate, sono in grado di ridurre la lunghezza dei telomeri.
  1.  Il Disturbo dell’adattamento è una risposta psicofisica a eventi stressanti come il divorzio o la perdita del lavoro. Causa sintomi comportamentali ed emotivi clinicamente significatavi. Per essere diagnosticato, i sintomi devono iniziare a tre mesi dalla comparsa del fattore stressante e la persona deve sperimentare più stress di quanto ci si aspetterebbe da una certa circostanza. Diminuiscono o scompaiono quando l’evento stressante si conclude o quando la persona impara ad adattarsi al fattore stressante. Se i sintomi dovessero continuare oltre sei mesi, la diagnosi muta in qualche altra psicopatologia.
  1.  Il Disturbo acuto da Stress è una categoria utilizzata in psicologia clinica e in psichiatria quando i sintomi si sviluppano poco dopo aver sperimentato un evento traumatico e durano almeno due giorni. Se i sintomi persistono oltre le quattro settimane la diagnosi dovrebbe essere rivalutata da disturbo acuto da stress a disturbo post-traumatico da stress.
  1.  Il Disturbo Post-Traumatico da stress (DPTS) insorge quando un evento traumatico causa ricordi, di solito brevi e ricchi di particolari accaduti poco prima della situazione traumatica vera e propria. I sintomi riguardano l’intrusione (rivivere in modo ricorrente l’evento traumatico attraverso incubi, immagini intrusive),  l’evitamento (sforzi per evitare pensieri, sentimenti o ricordi del trauma), le alterazioni negative nelle cognizioni e nell’umore (con sintomi come sensazione di distacco, stati emotivi negativi di vergogna, rabbia o sensi di colpa) e attivazione fisiologica e reattività (ipervigilanza, risposta eccessiva se spaventato, aggressività e comportamento sconsiderato).     
Nicola Schulz-Bizzozero Crivelli

Donatella Marazziti