Interessante leggere sul Financial Times (FT) di oggi: “World’s biggest inland port puts German rust belt on China’s map”. Meno male che chi legge in inglese può essere aggiornato su quello che succede nel mondo. Tanto è il provincialismo che regna dalle mie parti e quindi l’ignoranza di cosa succede nel nostro pianeta.
L’articolo, in sostanza, con dovizia di dati, conferma che l’Europa, o meglio la UE, non ha nessuna politica estera. Per settimane sia la Germania che la Francia – ed ovviamente la UE che risponde solo alla “voce del padrone” – hanno criticato la “furbata” italiana per aver firmato una serie di accordi con la Cina per la BRI, Belt and Road Initiative; la più grande iniziativa geopolitica della storia che toccherebbe più di 80 paesi per la costruzione di infrastrutture. La BRI riporterebbe in vita la favolosa “via della seta”. Questa metteva in comunicazione per secoli la Cina (la più grande economia del mondo prima della scoperta dell’America) con l’Occidente, l’Europa di allora.
Come sappiamo, nel tempo gli investimenti ammonterebbero ad un trilione di dollari e contribuirebbero in maniera rilevante allo sviluppo di tutti quei paesi al centro dell’Asia, ora al risveglio, che erano ingolfati principalmente nella Unione Sovietica.
Mentre la UE criticava l’Italia, rea di vendere arance rosse in Cina, peraltro il più grande produttore mondiale di arance, Macron firmava a Parigi con il Presidente Xi Jinping la vendita di 300 Airbus per un ammontare di centinaia di miliardi di Euro.
Prima dell’accordo però, Macron solo un mese fa, sosteneva che “L’epoca dell’ingenuità (nei confronti della Cina) è finita” e Bruxelles aveva comunicato che “Beijin è un “rivale sistemico” nei confronti della UE; bisognava quindi restare uniti nella Comunità ed operare insieme (esortazione rivolta ai traditori italiani).
Con la visita del Premier Li Keqiang pochi giorni fa a Bruxelles, le cose però sono cambiate. Grandi promesse reciproche ad aprire i due mercati e garanzie che i cinesi non violino gli accordi sull’uso delle tecnologie che non hanno comprato. Insomma accordo storico, tutto pappa e ciccia.
Ebbene l’editoriale di oggi del FT, ci fa sapere che una mappa all’aeroporto di Shanghai Pudong indica solo 4 destinazioni europee: Parigi, Londra, Berlino e, sopresa, Duisburg…
Ma perché proprio Duisburg? Perché questa città del nord-est della Germania ha uno strategico porto interno che svolge la funzione di raccolta containers cinesi da smistare via treno o nave. Duisburg è già di fatto il terminale della Via della seta. Dall’accordo con i cinesi non molto tempo fa, inclusa la visita di Xi Jinping, ha sviluppato i traffici in maniera esponenziale. Oltre ad una enorme attività portuale, arrivano dalla Cina 45 treni la settimana carichi di merci per l’Europa Occidentale, mentre il viaggio dai porti cinesi a Duisburg comporta 45 giorni di mare, i treni arrivano in 13 giorni.
Entusiastiche le dichiarazioni del sindaco della città tedesca: ”la BRI è una grande opportunità“. L’anno scorso sono arrivati 6.300 treni e si prevedono per i prossimi 5 anni circa 10 mila l’anno. Il traffico dalla Cina è cresciuta in poco tempo in modo esponenziale ed è stata presa la decisione di allargare la quota cinese di spazio di ben 200 mila metri quadrati, gli ultimi terreni disponibili.
Bisogna aggiungere, che questa nuova linfa economica, capita a fagiolo per Duisburg es sendo parte di una zona “arrugginita”, senza grandi sbocchi economici. I treni dal Chonching e da Wuhan saranno una spinta allo sviluppo della zona.
Alcune riflessioni.
- Ma che razza di “Unione” è questa Eurolandia, dove ciascuno fa quello che vuole?
- Ma che ipocrisia quella di Macron e dei tedeschi (e Bruxelles) di criticare l’Italia per aver rotto il fronte dei G8 firmando accordi generici con la Cina?
- Ma perché l’Italia per un po’ di arance rosse e quattro accordi, si fa criticare dai partners europei?
- Che dire di un paese dove il Sindaco di Napoli – contrariamente al Governo – sostiene che il porto di Napoli è aperto ai migranti? E la politica comune sull’immigrazione nella UE?
Alla fina se ci si domanda chi trionferà nel confronto con la Cina, da parte della UE c’è una risposta ovvia. I cinesi faranno da noi tutto quello che vorranno. Portogallo e Porto del Pireo docet. E Duisburg pure.
E si può essere certi che i cinesi con governi stabili e lungimiranza con la Via della Seta, si faranno un boccone di noi.
Vittorio Volpi