Clamorosa decisione del Tribunale di Roma sulle elezioni contestate del Grande Oriente d’Italia: un profano al vertice della massoneria
Un fatto senza precedenti scuote il Grande Oriente d’Italia (GOI): il Tribunale di Roma ha nominato un avvocato esterno, Raffaele Cappiello, come curatore speciale dell’istituzione massonica. Non iniziato e dunque “profano”, Cappiello assume temporaneamente la massima carica del GOI, l’obbedienza massonica più importante del Paese, dopo una disputa elettorale che ha portato il caos ai vertici. La nomina è avvenuta su decisione del giudice Flora Mazzaro, vista l’impossibilità di risolvere la questione all’interno degli organi di giustizia massonica.
La vicenda ha avuto origine con le elezioni dello scorso 2 marzo, quando Antonio Seminario, candidato sostenuto dall’ex Gran Maestro Stefano Bisi e dalla maggior parte delle Logge del Sud, è stato proclamato vincitore. Il suo avversario, Leo Taroni, romagnolo e fautore di una campagna elettorale incentrata sulla trasparenza e la lotta alle infiltrazioni mafiose, ha contestato il risultato, avviando una serie di ricorsi e azioni legali. La disputa ha portato a una sentenza favorevole a Taroni, che però non ha potuto insediarsi al vertice. Nel frattempo, Bisi ha continuato a ricoprire il ruolo di Gran Maestro in una posizione precaria, con tutti gli atti firmati da lui successivamente congelati.
Ora, con la nomina di Cappiello, la guida del GOI è affidata a una figura esterna che si occuperà esclusivamente di questioni amministrative e legali, tra cui la gestione del patrimonio immobiliare e delle quote associative. Non entrerà invece negli ambiti esoterici e rituali, che restano riservati alle Logge.
Tra i compiti di Cappiello, c’è anche quello di rappresentare il GOI nella causa civile intentata dalla lista di Taroni per l’annullamento delle elezioni di marzo. Tuttavia, si apre uno scenario inedito: l’avvocato potrebbe riconoscere le ragioni di Taroni, ribaltando nuovamente la situazione.
Il prossimo appuntamento cruciale è fissato per il 22 gennaio, quando si terrà un’udienza che potrebbe fare maggiore chiarezza. Fino ad allora, il Grande Oriente d’Italia, con oltre 23.000 iscritti, rimane privo di una guida legittimata e con il simbolico maglietto del Gran Maestro nelle mani di un “profano”. Una situazione che mette in luce il delicato equilibrio tra tradizione massonica e giustizia civile.