Alisa Kolokoltseva vive a Lugano ma è nata a San Pietroburgo, una grande, nobile, giovane città fondata dallo zar Pietro il Grande nel 1703. In onore di Lenin si chiamò Leningrado, per poi tornare al nome primitivo. Alisa ci parla, con passione, della sua patria sconfinata, della sua gente, di un passato comunista e di un presente… putiniano, della guerra di Ucraina. Un’intervista di Francesco De Maria.
Le risposte fornite sono una sintesi delle opinioni dell’intervistata e di persone russe con le quali lei ha discusso. In questi tempi l’interesse per il “caso Russia” è altissimo. Se i lettori di Ticinolive volessero porre delle domande, Alisa sarà lieta di rispondere.
Alisa si presenta. Sono nata e cresciuta a San Pietroburgo. Sono economista diplomata e ho lavorato in Russia come giornalista televisiva. Ho realizzato un documentario che parlava di due grandi architetti ticinesi, separati nel tempo da tre secoli: Domenico Trezzini, che fu il primo architetto della Città ai tempi dello zar Pietro il Grande; e Mario Botta, che ha allestito due progetti per la mia meravigliosa Città, 300 anni dopo.
Mio figlio ha studiato a Lugano al Liceo privato Leonardo da Vinci. Sono anche imprenditrice e gestisco una mia ditta denominata AK Automatic, fondata nel 2001. Svolgo un’attività di consulenza a 360 gradi, proposta ai Russi residenti in tutto il mondo: educazione, settore immobiliare, turismo, salute. Partecipo attivamente alla vita culturale del Ticino cercando in tutti i modi di favorire l’amicizia tra i nostri due paesi.
Francesco De Maria Com’è la vita delle persone umili in Russia?
Alisa Kolokoltseva È dura e difficile, non certo bella. Adesso per le strade s’incontrano dei mendicanti, prima non succedeva. “Ognuno” aveva un lavoro poiché lo Stato stesso si preoccupava di darglielo.
Bisogna aver ben presente che il popolo russo, sia i ricchi che i poveri, è spendaccione, pensa che non valga la pena di risparmiare perché troppe volte ciò che aveva messo da parte è andato in fumo.
Da dove proviene la fortuna dei grandi ricchi?
AK Certe fortune, soprattutto le più eclatanti, nascono da metodi affaristici disinvolti, per non dire spericolati. Talvolta addirittura – soprattutto negli anni Novanta – mafiosi. I ricchissimi da noi vengono chiamati “oligarchi”. Khodorkovski era uno dei più ricchi tra gli oligarchi e, colpendo lui, Putin ha voluto dare un esempio e un monito: nessun oligarca può essere più forte del governo e nessun oligarca può spodestare il presidente!
Putin è un dittatore?
AK La maggior parte delle persone che ho interpellato mi hanno detto che no, secondo loro Putin non è un dittatore, anche se il suo regime è autoritario. Un popolo come il popolo russo, che è passato sotto gli zar e il comunismo, ha bisogno di un capo autoritario. Sotto Eltsin, ad esempio, c’era troppa libertà.
La Russia è…
AK La Russia è un immenso paese ed è enorme la differenza tra la campagna e le grandi città, sono mondi completamente diversi.
La mia città, San Pietroburgo era una città chiusa, – esclusiva, elegante, intellettuale – uno non poteva andare ad abitarci liberamente. Lo poteva fare per matrimonio oppure come studente, iscrivendosi all’università. Adesso le cose sono cambiate e la composizione sociale è molto più variegata.
Nelle grandi città, particolarmente a Mosca, è ampiamente diffusa una certa forma di snobismo mentre nelle campagne la gente vive con semplicità.
Quanto è libera la stampa in Russia?
AK La libertà di stampa nella Russia non è molto grande. Se un giornale o una televisione fa un discorso politico di opposizione al governo, deve sempre aspettarsi qualche noia o qualche guaio. Il momento informativo più importante della giornata è il telegiornale delle nove di sera sul Canale 1. Ci sono anche numerose televisioni private, ma queste fanno molto intrattenimento e poca politica. Da menzionare anche i programmi in russo provenienti dall’America: è possibile seguirli su internet, l’accesso alla rete è libero. Naturalmente, dicono cose molto diverse da quel che dicono i canali ufficiali del governo!
Le relazioni con gli USA e l’UE sono divenute molto tese. La Russia di Putin è pronta a una nuova “guerra fredda”?
AK Le sanzioni sono già guerra fredda. La guerra “calda”, invece, c’è quando si spara. La Russia non vuole la guerra ma certe provocazioni occidentali – si pensi a ciò che è accaduto in Ucraina – non possono essere ignorate. Bisognava reagire.
La Crimea è ritornata a far parte della Russia? Putin vuole “incamerare” altre parti dell’Ucraina?
AK La Crimea sì, ma per altre regioni orientali fortemente filo-russe non si può dire la stessa cosa. Si potrebbe puntare a una forma ampia di autonomia, ma è prematuro parlarne. Laggiù la situazione è molto incerta. In quelle regioni si combatte, le città di Lugansk e Donetsk sono duramente bombardate dall’esercito di Kiev, con gravi perdite tra la popolazione civile.
Ci sono truppe russe in territorio ucraino?
AK No. Ci sono però formazioni paramilatari filo-russe, che la Russia sostiene e che debbono affrontare un esercito regolare.
Chi ha abbattuto il jet malaisiano?
AK Chi lo può dire con certezza? La maggior parte delle persone da me interpellate pensa che sia stato colpito da un aereo americano o ucraino. Anche perché l’esame dei rottami mostra che il missile è arrivato da sopra. E il jet malaisiano assomigliava molto all’aereo presidenziale di Putin. Non si può neppure escludere, tuttavia, che sia stato abbattuto dai separatisti filo-russi, per errore. Ma altri ribattono: impossibile, non hanno missili abbastanza potenti.
Ho letto che poco prima del disastro il pilota ricevette da terra (quindi da una torre di controllo ucraina) l’ordine di perdere quota, da 10.000 a 7.500 metri circa. Perché? Incomprensibile è anche il fatto che il presidente ucraino a pochi minuti dalla catastrofe si sia affrettato a dichiarare: “Sono stati i terroristi filo-russi!” Come poteva affermare una cosa del ge
L’alcolismo è ancor oggi un problema in Russia? E che cosa si beve?
AK Sì, purtroppo. Più nelle campagne che nelle grandi città, perché in campagna la vita è sonnacchiosa e non c’è molto da fare… E allora la gente beve. Si beve, naturalmente, vodka, la bevanda cui spetta il primato; ma anche cognac (il migliore è quello armeno), porto (russo), vino e birra.
Che cosa resta, oggi, del comunismo in Russia?
AK Per prima cosa devo correggerla. L’Unione Sovietica non ha mai avuto il comunismo. Noi siamo vissuti nel socialismo e tendevamo al comunismo, che rimaneva in un certo senso una “utopia”. È importante capire che sotto il regime comunista non tutti erano comunisti anche se – com’è ovvio – non si poteva esprimere liberamente il dissenso.
Tante cose sono cambiate da allora ma alcune sono rimaste. Ad esempio, la medicina e le scuole sono gratuite, ne siamo orgogliosi. Corsi estivi, sportivi, corsi del doposcuola, corsi d’arte, biblioteche di qualità: lo Stato offre molto ai suoi cittadini, soprattutto nel campo della cultura.
Molti anziani hanno nostalgia del passato. Forse perché erano giovani… ma è possibile che questo non sia il solo motivo. Non posso escludere che rimpiangano il governo dei vecchi tempi!
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