I futuristi italiani, guidati da Filippo Tommaso Marinetti, non si limitarono a rivoluzionare l’arte e la letteratura, ma entrarono anche nel mondo della gastronomia, promuovendo una cucina innovativa e anticonformista. Questo movimento gastronomico culminò nel Manifesto della Cucina Futurista (1930), in cui gli aperitivi e le bevande futuriste ebbero un ruolo centrale. Tra queste invenzioni ci sono le polibibite, miscele sperimentali che combinavano ingredienti inconsueti per stimolare i sensi e rompere con la tradizione culinaria.

Le polibibite erano cocktail inventati dai futuristi, non solo per accompagnare i pasti ma anche per esaltare l’esperienza sensoriale e creativa, andando oltre i gusti tradizionali. Queste bevande erano caratterizzate da combinazioni inusuali e da nomi evocativi, spesso ideate come performance gastronomiche. Eccone alcuni esempi:

  1. Inventina: un mix di acqua tonica, succo di limone e sciroppo di fragola, con un tocco di peperoncino per creare un contrasto gustativo stimolante.
  2. Velocezza: un cocktail con vino spumante, succo d’arancia e menta piperita, che doveva simboleggiare il dinamismo e l’energia.
  3. Aeronave: una polibibita che combinava cognac, vermut, granatina e succo di mandarino, evocando il senso di leggerezza e di viaggio aereo.
  4. Primavera Futurista: una miscela di succo di mela, cedrata e una spruzzata di gin, servita con foglie di basilico per un richiamo alla rinascita e all’innovazione.

Questi aperitivi erano serviti nei Tavoli Futuristi, eventi che si tenevano in città come Milano, Torino e Roma durante gli anni ’30, in ristoranti e locali che sposavano la filosofia futurista. Le polibibite erano concepite non solo per il gusto, ma anche per l’effetto scenografico e l’interazione con il consumatore, con l’obiettivo di stupire e rompere la monotonia della cucina tradizionale.


Le polibibite rappresentano un simbolo della ricerca futurista di modernità, velocità e creatività, sebbene siano rimaste per lo più un fenomeno legato agli ambienti artistici e culturali dell’epoca, senza una grande diffusione successiva. Oggi sono riproposte in alcuni ristoranti e cocktail bar come omaggio alla cultura futurista.