Caduto Assad, in Siria si è creato il caos ed ora regnano i terroristi.

Il leader del gruppo ribelle Hayat Tahrir al-Sham (HTS) è Abu Mohammad al-Julani, un ex affiliato ad Al-Qaeda che ha guidato il movimento fin dalla sua fondazione nel 2017. HTS è attivo soprattutto nella regione di Idlib e nelle aree circostanti, combattendo contro il regime di Bashar al-Assad. Al-Julani è una figura controversa: ha tentato di rimodellare l’immagine del gruppo verso un’ideologia più locale e meno legata al jihadismo globale, pur rimanendo sotto la classificazione di “organizzazione terroristica” da parte di Stati Uniti e altre nazioni​

Attualmente, la situazione a Damasco è critica, con i ribelli guidati dal gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham che hanno preso il controllo della capitale siriana. Questo segna la caduta del regime di Bashar al-Assad, in carica da oltre 20 anni e parte di una dinastia al potere per più di mezzo secolo.

L’offensiva dei ribelli è iniziata il 27 novembre, approfittando dell’impegno di alleati del regime, come Russia e Iran, in altre battaglie. I ribelli hanno dichiarato la “liberazione” della città, promettendo una Siria “libera” e invitando gli sfollati a tornare. Tuttavia, l’evento ha creato un vuoto di potere e incertezza sul futuro del Paese. Non ci sono notizie confermate sul destino di Assad, ma ci sono speculazioni su una possibile fuga o morte in un incidente aereo

L’obiettivo finale Al-Julani sembrerebbe quello di creare una “Repubblica Islamica” in Siria sulla base della particolare interpretazione della Shari’a del movimento: una sorta di ibridazione tra correnti estremiste wahhabite e shafi’ite