In Siria, la situazione per i cristiani è diventata estremamente precaria, soprattutto con la caduta di Assad e la recente presa di Aleppo da parte dei ribelli jihadisti. Questi gruppi, affiliati a formazioni estremiste come Hay’at Tahrir al-Sham (HTS), stanno imponendo restrizioni che colpiscono la libertà religiosa. In molte aree, i cristiani hanno visto le loro chiese profanate, le campane messe a tacere e i simboli religiosi rimossi. In alcuni casi, i jihadisti hanno vietato del tutto la celebrazione delle messe pubbliche, obbligando i fedeli a praticare la loro fede in segreto.
Ad Aleppo, ad esempio, le celebrazioni sono state anticipate per evitare il coprifuoco imposto dagli estremisti, che hanno preso il controllo della città. Questa situazione ha generato paura tra i cristiani, molti dei quali hanno già lasciato la regione o si preparano a farlo per sfuggire a un possibile massacro o a un regime teocratico simile a un califfato. Inoltre, la violenza include l’espropriazione delle proprietà dei cristiani e attacchi contro le istituzioni religiose, come il recente bombardamento del Collegio Terra Sancta dei francescani ad Aleppo
Il cardinale Mario Zenari, nunzio a Damasco, ha descritto il clima come uno stato di “inquietudine e incertezza totale,” sottolineando come la situazione possa ulteriormente peggiorare. La comunità cristiana locale si trova quindi in una condizione di sopravvivenza, cercando di mantenere la propria fede di fronte a gravi minacce