di Cristina T. Chiochia
Chi ama questa stagione sa che la Svizzera è un vero e proprio paradiso delle vacanze invernali, tanto che da qualche anno, l’Istituto Svizzero in Italia celebra addirittura il solstizio d’inverno attraverso una programmazione di performance e DJ set in ben 3 città italiane (Palermo, Roma e Milano) per celebra appunto il “Sol Invictus” , ovvero il solstizio dell’inverno.
Per chi però, non potrà concedersi una vacanza reale tra piste e le camminate in montagna, può però goderne nel tepore e relax natalizio tipico di questo periodo, dal proprio salotto di casa , attraverso due letture molto interessanti sul concetto di esplorazione umana .
Il primo è il libro recentemente uscito anche in Italia “Galel” (già Premio svizzero di letteratura 2023) ovvero un racconto di Fanny Desarzens per la traduzione di Carlotta Bernardoni-Jaquinta edito da Gabrieli Capelli Editore, su di un gruppo di alpinisti che vengono condotti sino alla cima dalle guide di montagna. La montagna , che nel libro diventa la vera protagonista, diventa esplorazione umana vera e propria degli stati emotivi degli scalatori e permettono al romanzo ,scritto in modo scarno ed essenziale, di rivelare ciò che significa vita.Sia che si tratti di quella dei personaggi che sul concetto di “restare in pianura”, quasi significando cosa sia avere attorno il panorama eterno di un mondo fatto di rocce e silenzi come quelli ad alta quota. Il tutto attraverso i personaggi di Galel appunto il protagonista e quelli di Paul e Jonas , che si ritrovano insieme nella Baita , dimensione umana del racconto, andando incontro a situazioni e sensazioni fuori da essa esplorando la montagna come una opportunità , spesso voluta quanto sconosciuta.
Il secondo è una proposta narrativa per immagini fotografiche struggente e sincera, della montagna come immagine di accadimenti reali e purtroppo terribili ma in contesti naturali splendidi e dove quella Seconda Guerra Mondiale di cui l’Italia conserva poca memoria diventa la vera protagonista.
Con il libro “Alpi. Teatro di Battaglie. 1940-1945” di Hoepli Editore, l’autore Alessio Franconi compie un piccolo miracolo narrativo attraverso il suo reportage: rendere la natura delle Alpi, ancora più bella e facendone lo scenario di una esplorazione umana resa sensibile agli occhi, rendendo le foto scattate durante il reportage e contenute nel libro, la prova tangibile ed inconfutabile che sono accaduti spalancando alla storia il punto di fuga fotografico, in particolare nella scelta prospettica ed impaginazione delle foto. Un reportage fotografico che va oltre gli schemi di quello che racconta, ne cattura l’immagine emotiva e la restituisce a chi guarda la foto interamente nella sua ricerca espressiva. Attraverso colori e chiaroscuri che ne segnano a volte i confini, a volte il senso di avventura e a volte nei tagli fotografici il senso di avventura in un arco spaziale molto ampio e che parte dal mare. Il blu del mare di Mentone, la luce accecante del Monte Bianco e il senso di spazialità che sciorina con immagini emozionanti l’intero arco alpino tra Italia-Svizzera-Slovenia fino ad arrivare in Croazia. L’abisso nascosto della guerra in immagini fotografiche tanto belle sui luoghi che ne sono stato scenario, accompagna il lettore attraverso poi le parole dell’autore, quasi come una didascalia che commuove e riporta ai giorni nostri. Aquella riflessione sulla guerra in Europa fino a non molto tempo fa e che rende a chi legge il viaggio ancora più emozionante su quanto la pace sia necessaria.
Concludendo ,in questo periodo dell’anno di “sol invictus” , frequentare nel reale o leggere di montagna, ed in particolare del bellissimo panorama svizzero , offre l’occasione di una riflessione sulla storia di periodi tanto folli e tanto complessi e sulla condizione umana attraverso la bellezza dei luoghi . Sulla fascinazione della natura e delle scelte umane personali e collettive. Sia che si svolga dal vivo o sulla poltrona di casa leggendo un libro. Buone vacanze.