di Fabio Traverso
E’ stato diffuso in questi giorni un impressionante video (realizzato con bodycam) che ritrae gli ultimi momenti di vita di un soldato ucraino pugnalato a morte da un soldato russo di origine siberiana dopo un combattimento all’arma bianca : nel breve dialogo i due uomini , esausti dopo il combattimento, si scambiano reciproche parole di stima e si salutano con commozione.
In questi pochi secondi la guerra appare quello che sembrava ad Eraclito : la misura di tutte le cose , ovvero quel fondamentale “segno rosso del coraggio” di cui parlava il romanziere americano Stephen Crane, una prova iniziatica in cui, in un crogiolo di orrori si verificano eroismi e episodi di umanità: quando Enzo Biagi chiese a un centenario ma ancora lucidissimo Giuseppe Prezzolini quale fosse stato il periodo più bello della sua vita Prezzolini rispose senza esitazioni “gli anni della prima guerra mondiale, non mi aspettavo ci sarebbe stata una reazione simile del paese dopo Caporetto, con tutti i suoi orrori la guerra amplifica i comportamenti umani , si vede il pauroso che diventa vigliacco, il coraggioso che diventa eroe” e Prezzolini, si badi bene , non era un fanatico nazionalista ma un intellettuale che durante il fascismo scelse la via dell’esilio nella libera Svizzera.
Non sappiamo se il filmato del conflitto sul fronte ucraino sia autentico (come sembra) o frutto della propaganda, ciò che conta è che , quand’anche fosse artefatto, sarebbe perfettamente verosimile : simili dialoghi si sono effettivamente verificati migliaia di volte sui campi di battaglia dalla guerra di Troia ad oggi , ad onta del peso delle tecnologie militari.
Al contrario uno dei principali fallimenti delle previsioni degli analisti militari e geopolitici consiste nella sopravvalutazione dei fattori tecnologici ed economici nel conflitto russo-ucraino : gli analisti occidentali supponevano che le sanzioni economiche potessero in breve tempo piegare la Russia , gli analisti del Cremlino ritenevano che la sproporzione tra le parti determinasse una rapida conclusione del conflitto.
I media si soffermano sui droni, le nuove tecnologie, i 5 G , l’intelligenza artificiale e le loro applicazioni belliche ma nessuno riflette sul fatto che una soverchiante superiorità tecnologica non impedì agli Stati Uniti di uscire sconfitti dal Vietnam e dall’Afganistan: una fonte energetica può esaurirsi, una tecnologia può disfunzionare , il fattore umano resterà sempre uguale a se stesso.
Ciò che dimostra il conflitto russo-ucraino è il fatto che alla fine in una guerra ad essere centrali saranno sempre due uomini che si affrontano all’arma bianca, guardandosi negli occhi.
(Fabio Traverso)