La virtù della modestia nell’abbigliamento è un tema che ha attraversato i secoli, trovando particolare rilevanza nell’insegnamento della Chiesa cattolica. San Tommaso d’Aquino considerava la modestia come parte integrante della virtù della temperanza, aiutandoci a moderare i nostri desideri. Per lui, vestirsi modestamente significa presentarsi in modo onesto e decoroso, un principio applicabile sia agli uomini che alle donne.
San Francesco di Sales sottolineava l’importanza di essere puliti e ordinati, vedendo in ciò una forma di rispetto verso se stessi e gli altri. Egli affermava che “la modestia e la semplicità sono senz’altro i migliori ornamenti della bellezza e la migliore riparazione alle sue mancanze”.

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori aggiungeva che i costumi locali influenzano ciò che è considerato modesto o immodesto. Se una persona si veste secondo le usanze del luogo senza l’intenzione di indurre altri in tentazione, non commette peccato.
La Chiesa ha spesso ribadito l’importanza della modestia nell’abbigliamento. Ad esempio, l’Istruzione della Sacra Congregazione del Concilio del 12 gennaio 1930 esortava i pastori a insistere affinché le donne indossassero abiti conformi alla verecondia, servendo da ornamento e salvaguardia della virtù.
la modestia nel vestire non riguarda solo l’evitare abiti provocanti, ma riflette un atteggiamento interiore di rispetto verso se stessi, gli altri e Dio. È un equilibrio tra presentarsi in modo dignitoso senza cadere nella vanità o nell’ostentazione, riconoscendo che il nostro abbigliamento può influenzare non solo la percezione altrui, ma anche il nostro comportamento e le nostre attitudini interiori.