Il caso Watergate è uno degli scandali politici più famosi della storia, che ha portato alle dimissioni del presidente degli Stati Uniti Richard Nixon nel 1974. Ecco una ricostruzione dettagliata degli eventi.


🔹 CONTESTO STORICO

Nel 1972, Richard Nixon era in corsa per la rielezione alla presidenza contro il democratico George McGovern. La Casa Bianca e il Partito Repubblicano erano molto determinati a garantirsi la vittoria e, per questo, utilizzavano una serie di metodi discutibili, tra cui sorveglianza illegale, sabotaggio politico e finanziamenti illeciti.

Il Comitato per la Rielezione del Presidente (noto con la sigla CRP o, ironicamente, CREEP) era l’organizzazione che gestiva la campagna di Nixon, e alcuni dei suoi membri avviarono operazioni clandestine per spiare e sabotare gli avversari politici.


🔹 L’IRRUZIONE AL WATERGATE (17 giugno 1972)

Il Watergate era un complesso di edifici a Washington D.C. che ospitava, tra l’altro, la sede del Comitato Nazionale Democratico. Nella notte tra il 16 e il 17 giugno 1972, cinque uomini furono arrestati mentre cercavano di piazzare microspie e fotografare documenti riservati negli uffici del Partito Democratico.

Gli uomini arrestati erano:

  1. James McCord – ex agente della CIA e membro del CRP
  2. Bernard Barker
  3. Virgilio González
  4. Eugenio Martínez
  5. Frank Sturgis

Furono trovati in possesso di attrezzature da scasso, macchine fotografiche e apparecchiature di intercettazione.


🔹 LE INDAGINI INIZIALI E LA COPERTURA DELLA CASA BIANCA

All’inizio, la Casa Bianca tentò di minimizzare il caso, presentandolo come un’operazione non legata direttamente a Nixon. Tuttavia, due giornalisti del Washington Post, Bob Woodward e Carl Bernstein, iniziarono a scavare più a fondo. Con l’aiuto di una fonte anonima, nota come Deep Throat (in seguito rivelato essere Mark Felt, un alto funzionario dell’FBI), scoprirono che l’irruzione era solo la punta dell’iceberg di un vasto sistema di spionaggio e sabotaggio orchestrato dai repubblicani.

Le loro inchieste portarono alla luce:

  • Un fondo segreto del CRP per finanziare operazioni illegali contro i democratici.
  • Il coinvolgimento di alti funzionari della Casa Bianca, tra cui il capo dello staff di Nixon, H. R. Haldeman, e il consigliere John Ehrlichman.
  • Tentativi della Casa Bianca di ostacolare le indagini, offrendo denaro agli arrestati perché tacessero.

🔹 LO SCANDALO SI ALLARGA (1973-1974)

Nel 1973, il Senato istituì una commissione speciale per indagare sullo scandalo, presieduta dal senatore Sam Ervin. In aula, l’ex consigliere della Casa Bianca John Dean rivelò che Nixon era a conoscenza della copertura sin dall’inizio.

Il colpo di scena arrivò quando si scoprì che alla Casa Bianca esisteva un sistema di registrazione segreto, che conteneva nastri audio con conversazioni che avrebbero potuto dimostrare la colpevolezza di Nixon.

Nel ottobre 1973, Nixon ordinò il licenziamento del procuratore speciale Archibald Cox, che stava indagando sul caso. Questo portò alla “Notte del Massacro del Sabato”, in cui diversi alti funzionari del Dipartimento di Giustizia si dimisero in protesta.

Alla fine, dopo una lunga battaglia legale, la Corte Suprema ordinò la pubblicazione dei nastri segreti.


🔹 I NASTRI SEGRETI E LA “PISTOLA FUMANTE”

Nell’agosto 1974, uno dei nastri (registrato il 23 giugno 1972) rivelò che Nixon aveva ordinato di usare la CIA per fermare le indagini dell’FBI. Questo era la prova definitiva della sua colpevolezza: Nixon aveva mentito al paese per più di due anni.


🔹 LE DIMISSIONI DI NIXON (9 agosto 1974)

Con il rischio di un impeachment certo da parte del Congresso, Nixon scelse di dimettersi. Il 9 agosto 1974, annunciò la sua decisione in un discorso televisivo e lasciò la Casa Bianca il giorno stesso.

Il suo successore, il vicepresidente Gerald Ford, pochi giorni dopo concesse a Nixon una grazia presidenziale, mettendo fine a qualsiasi possibile azione legale contro di lui.


🔹 LE CONSEGUENZE DELLO SCANDALO

  1. Fine della carriera politica di Nixon, che rimase nell’ombra per il resto della sua vita.
  2. Condanne per diversi membri della sua amministrazione, tra cui Haldeman, Ehrlichman e John Mitchell (ex procuratore generale).
  3. Leggi più severe sul finanziamento delle campagne elettorali e maggiore controllo sugli abusi di potere presidenziali.
  4. Perdita di fiducia nell’istituzione presidenziale, con un aumento del controllo da parte della stampa e del Congresso.

🔹 CONCLUSIONE

Il Watergate dimostrò che nessuno, nemmeno il presidente, è al di sopra della legge. Fu uno degli eventi più gravi della storia americana, ma anche una vittoria per la democrazia e per il ruolo della stampa come cane da guardia del potere.