di Davide Scapaticci
La condanna penale inflitta a Marine Le Pen – con relativa pena accessoria dell’ineleggibilità – implica che, nonostante avesse da tempo i favori dei sondaggi, non potrà candidarsi alle prossime elezioni. Sarebbe da considerare un’ingerenza di gravità assoluta, per un sistema democratico; tuttavia, solo gli stolti o i propagandisti prezzolati possono ancora pensare che, in Europa, viga una democrazia.
In realtà – vedasi anche il caso della Romania – il sistema si regge su oligarchie sovranazionali che, essendo messe sotto assedio da forze nuove che avanzano, difendono lo status quo utilizzando i più scaltri e sfacciati metodi da regime autoritario: annullare elezioni di Presidenti non graditi (Romania), minacciare di farlo (Germania), eliminare l’avversario a priori (Francia).

Tutto ciò è un segno di forza e debolezza allo stesso tempo: di forza, perché dimostra come il vecchio establishment (mondo unipolare, trazione dem, centralismo burocratico UE) abbia ancora numerose e rilevanti risorse da spendere, per mantenere la propria posizione di potere. E di debolezza perché le forze del nuovo ordine emergente (mondo multipolare, trazione “trumpiana”, UE decentralizzata e deregolamentata) stanno attaccando in modo talmente preoccupante da costringere il nemico a ricorrere alla “artiglieria pesante”.
Uno scontro di sicuro rilievo storico ma di incertissimo esito.

Europa in frammenti – il libro di Davide Scapaticci
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