L’influenza del fenotipo sulle malattie

Quando ci si si trova di fronte a una patologia psichiatrica complessa come può essere un DOC, ci si domanda spesso quanto fattori genetici, ambientali e sociali possano influire sul suo esordio e concorrere al suo sviluppo. Si studia un fenotipo (insieme delle caratteristiche visibili di un organismo, ad esempio per l’uomo il colore degli occhi, il tipo di capelli, il gruppo sanguigno, alcuni indicatori a livello di salute) in relazione a una malattia, per accertare o escludere eventuali correlazioni. Sono ricerche utili a capire la radice di problematiche complesse, ad identificare fattori di rischio, a cogliere i segnali d’allarme e ad aiutare i medici nella diagnosi e nella cura. In una ricerca congiunta dell’Università di Pisa e della Federal University di Rio de Janeiro si è cercato di studiare una possibile correlazione tra il disturbo ossessivo compulsivo e l’amore romantico.

Che cosa è il DOC

Il disturbo ossessivo compulsivo è una patologia che si caratterizza in particolar modo per la presenza di ossessioni (pensieri, immagini e impulsi che si ripetono in modo costante e creano disagio e ansia nel soggetto, che non riesce a controllarli, nonostante spesso ne riconosca l’irrazionalità) e di compulsioni (comportamenti o atti rituali che il soggetto compie per ridurre l’ansia provocata da possibili eventi esterni presenti o futuri o dalle ossessioni stesse). Influisce in modo importante sulla qualità di vita, se ossessioni e compulsioni sono estremamente presenti e ostacolano lo svolgimento delle normali funzioni quotidiane. La psicologia è consapevole che sapere che i propri pensieri sono irrazionali ma non poterli controllare causa ansia e disagio nel soggetto. Viene trattato tramite la psicoterapia Psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT), in particolare con tecniche di esposizione e prevenzione della risposta, per gestire meglio i rituali compulsivi oltre che agire su credenze che li fanno vedere come necessari dal paziente e in alcuni casi con l’utilizzo di farmaci come antidepressivi.

La ricerca delle Università di Pisa e Rio de Janeiro presentata a Madrid

L’amore romantico può influenzare lo sviluppo e l’espressione del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)? A questa domanda ha cercato di rispondere uno studio innovativo condotto da un team di ricercatori dell’Università di Pisa e della Federal University di Rio de Janeiro, presentato a Madrid in occasione dell’European Congress of Psychiatry (EPA) da Nicola Schulz Bizzozzero Crivelli del team di ricercatori del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Sezione di Psichiatria dell’Universita di Pisa sotto la guida della Prof.ssa Donatella Marazziti.

Le domande della correlazione tra disturbo ossessivo compulsivo e esperienza amorosa

La ricerca ha coinvolto 212 pazienti OCD seguiti presso la clinica psichiatrica dell’Università di Pisa e l’Università Federale di Rio de Janeiro. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: coloro che hanno sviluppato il disturbo dopo l’inizio di una relazione amorosa (gruppo LP-OCD) e quelli il cui esordio è avvenuto in seguito a una rottura sentimentale (gruppo BU-OCD). Gli studiosi hanno utilizzato strumenti clinici e scale di valutazione psicodiagnostica come la SCID-5 e la Yale-Brown Obsessive-Compulsive Scale (Y-BOCS).

Le differenze sull’età di esordio del disturbo ossessivo compulsivo e sui sintomi

I risultati hanno mostrato che l’età di esordio del disturbo differiva significativamente tra i due gruppi, suggerendo che nei giovani l’amore – in particolare il trauma da rottura – potrebbe agire come fattore scatenante in una fase di vulnerabilità cerebrale. Il gruppo BU-OCD ha mostrato una maggiore presenza di ossessioni e compulsioni legate ad aggressività, tematiche religiose o sessuali, simmetria e ordine, elementi che, secondo i ricercatori, potrebbero riflettere anche dinamiche tipiche delle relazioni affettive.

Nonostante le differenze nei sottotipi, la gravità complessiva del disturbo è risultata simile nei due gruppi. Tuttavia, lo studio sottolinea come le esperienze amorose – siano esse positive o traumatiche – possano influenzare alcuni aspetti clinici del disturbo ossessivo-compulsivo, in particolare l’età di insorgenza e le manifestazioni sintomatiche.

Gli autori auspicano ulteriori ricerche per comprendere più a fondo il ruolo dell’amore, uno degli aspetti più universali dell’esperienza umana, come potenziale fattore di vulnerabilità psichica, al pari di altri eventi stressanti.

La neurobiologia dell’amore e il DOC, gli ambiti di Donatella Marazziti

L’amore  romantico è uno degli aspetti più universali dell’esperienza umana, studiati in ogni ambito della psicologia, di cui la Dottoressa Donatella Marazziti, con cui Nicola Schulz collabora, si è occupata a fondo, portando importanti scoperte sulla neurobiologia dell’amore, ovvero sulle modifiche neurochimiche associate all’innamoramento. Ha lavorato a lungo anche col disturbo ossessivo compulsivo. La ricerca italo-brasiliana indaga eventuali correlazioni. Gli autori auspicano ulteriori ricerche per comprendere il ruolo dell’amore come fattori di vulnerabilità psichica, al pari di altri eventi stressanti.

Nicola Schulz Bizzozzero Crivelli, Department of Clinical and Experimental Medicine, Section of Psychiatry, University of Pisa. Degree in Psychology, Degree in Political Science and Internazional Relations, Degree in Science of Tourism, Master in Criminology. Assistant of the italian psychiatrist Donatella Marazziti and member of the Italian Psychogeriatric Association (AIP) and member of the International College of Neuropsychofarmacology (CINP).

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