Tiziano Boccacini, imprenditore

In un mondo finanziario che cambia più velocemente dei suoi stessi regolatori, esiste una banca che non solo tiene il passo, ma guida l’evoluzione del futuro: Sygnum Bank, tra le prime due banche crypto a ricevere la licenza bancaria dalla FINMA nel 2019 e la prima a diventare operativa come banca di asset digitali regolamentata. Fondata tra Zurigo e Singapore, Sygnum è più di una semplice banca digitale: è il risultato di una visione davvero pionieristica, perchè sta unendo i rigorosi standard bancari svizzeri con l’innovazione decentralizzata della blockchain.

Le origini: dallidea al primo mattone regolamentare

Sygnum nasce nel 2018 da un team interdisciplinare di esperti in finanza, tecnologia, diritto e innovazione digitale, tra cui il CEO Mathias Imbach, figura centrale nella definizione “finanza del futuro”. La banca ottiene l’approvazione a operare come tale dalla FINMA nel 2019, seguita da una licenza per i mercati dei capitali a Singapore, rendendola così attiva sui due tra i più solidi fronti finanziari globali.

L’approccio è semplice ma efficace: offrire a clienti istituzionali e qualificati un ecosistema completamente regolamentato in cui custodire, scambiare e investire in criptovalute, ma anche gestire asset digitali — siano essi prodotti strutturati on-chain o off-chain — e tokenizzare beni tangibili e intangibili.

Non si parla più soltanto di Bitcoin, Ether e altri titoli ad alto rischio e rendimento speculativo: si tratta di un’infrastruttura completa per una nuova generazione di servizi, che fino a pochi anni fa non aveva ancora trovato domanda da parte degli investitori professionali.

È il paradigma del digital asset banking, che integra servizi di brokerage, asset management, lending, compliance e, appunto, tokenizzazione di beni reali — un focus strategico per Sygnum, reso possibile dall’insediamento stabile dell’infrastruttura Blockchain in diverse industrie.

Sygnum oggi: un ponte tra finanza tradizionale e future finance

Sygnum si propone come un ponte attivo tra l’infrastruttura finanziaria tradizionale e quella che definisce “finanza del futuro”: un sistema in cui i vantaggi delle tecnologie decentralizzate — efficienza operativa, trasparenza dei processi, trasferibilità degli asset — diventano accessibili attraverso canali bancari regolamentati.

Tra gli strumenti centrali di questa trasformazione c’è la tokenizzazione, una tecnologia che permette di frazionare la proprietà di beni ad alto valore, mantenendone intatta la titolarità diretta.

Un caso emblematico è la tokenizzazione di Fillette au béret di Picasso, realizzata da Sygnum in collaborazione con Artemundi: un’opera d’arte che da investimento esclusivo per pochi è divenuta accessibile, in quote digitali, a una platea più ampia di investitori. Senza passare da fondi o strutture intermedie, ma con diritti registrati direttamente su blockchain, secondo le regole del diritto svizzero.

Ma non si tratta solo di casi iconici: dietro la tokenizzazione si sta strutturando un’architettura d’avanguardia on-chain per nuove forme di investimento. Come spiega Mathias Imbach, «le nostre aree strategiche sono quattro: venture capital, real estate, arte e mid-cap. In ciascuna di queste offriamo una piattaforma regolamentata per l’emissione, il trading e la gestione di asset digitali, promuovendo l’inclusione finanziaria attraverso la frazionabilità e la trasparenza.» L’obiettivo di Sygnum non è solo abilitare la tecnologia, ma renderla compatibile con gli standard regolamentari più ambiti del settore, per offrire anche ai clienti istituzionali un accesso sicuro e diretto a nuove asset class finora precluse o non abbastanza liquide per quel mondo.

Uffici Sygnum a Lugano

Ticino e Sygnum: due modelli convergenti per uneconomia decentralizzata ma regolata

È già di ottobre scorso la notizia che Sygnum ha inaugurato un proprio ufficio nella città di Lugano, all’interno del Plan ₿ B HUB. Con questa mossa strategica, la banca ha consolidato la propria presenza nel Canton Ticino per offrire servizi diretti a clienti locali, partner e investitori istituzionali. Contestualmente è stato lanciato il programma “Bitcoin@Sygnum”, un’iniziativa che mira a rafforzare la leadership della banca in ambito Bitcoin, attraverso nuovi prodotti, ricerche dedicate e collaborazioni con l’ecosistema locale. Dal 2022, anche il Canton Ticino, e in particolare la Città di Lugano, ha intrapreso un percorso similmente orientato con il “Lugano Plan ₿”, un progetto a lungo termine in collaborazione con la società Tether Operations Limited. Quest’ultima era già famosa per aver creato la più importante stablecoin al mondo, USDT, una specie di dollaro sintetico usato giornalmente da milioni di utenti come mezzo di pagamento, riserva di valore e ponte di scambio sugli exchange crypto, con una capitalizzazione superiore ai 100 miliardi di dollari (reali). L’obiettivo? Fare di Lugano un hub europeo per la blockchain, attraendo startup, tokenizzando asset locali e sperimentando soluzioni innovative (anche e soprattutto con Intelligenza Artificiale) nella pubblica amministrazione, non solo internamente ma anche per servizi diretti ai cittadini, basti pensare alla rete commerciale dei LVGA Points, lanciata con il sindaco Foletti, che conta più di 20.000 residenti abbondati e oltre 400 negozi affiliati.

I punti cardine del Plan ₿ coincidono in modo significativo con le prospettive di Sygnum: si va dall’educazione e dalla ricerca sulle tecnologie crypto, al sostegno delle imprese innovative tramite fondi e agevolazioni; dalla promozione attiva in eventi internazionali dedicati al Web3, fino allo sviluppo di blockchain pubbliche e strumenti di partecipazione digitale basati su DAO.
Due modelli apparentemente distinti — uno territoriale e istituzionale, l’altro bancario e globale — che si ritrovano allineati nella costruzione di una finanza decentralizzata, accessibile, regolata.

Ma la trasformazione della finanza decentralizzata in Svizzera non si limita alle istituzioni finanziarie o ai protocolli blockchain. Sta emergendo una nuova onda di iniziative ibride, che coniugano beni culturali, rigenerazione agricola e infrastruttura tecnologica in modelli sperimentali di economia consapevole, basata sulle risorse. Alcuni progetti, ancora lontani dai riflettori, stanno esplorando proprio ciò che la finanza del futuro potrebbe diventare intrecciandosi a gruppi imprenditoriali che riconoscono nella bellezza un principio di sviluppo e desiderano proteggere una lista di dimore storiche, riattivandone la funzione abitativa secondo un’economia ispirata al dadaismo e all’umanesimo. Spazi per l’intelletto ma anche for profit, in cui porsi una domanda chiave: e se la blockchain servisse non solo a registrare valore, ma anche a orientarlo secondo valori inattuali quanto ri-emergenti?

Conclusione

Il futuro ha bisogno di fiducia, e la fiducia ha bisogno di infrastrutture «Il nostro obiettivo è offrire opportunità d’investimento uniche, spesso guidate anche da una componente emotiva», ricorda Imbach. Questo approccio umano alla tecnologia è ciò che distingue Sygnum: una banca che non solo opera nel mondo crypto, ma che si assume la responsabilità di renderlo comprensibile, regolato e, sempre più, eticamente sostenibile. L’incontro tra Sygnum e il modello luganese rappresenta un caso di studio ideale per il futuro della finanza in Europa. Il Canton Ticino diventa così un laboratorio reale dove innovazione, regolamentazione e territorio si incontrano per costruire una nuova economia del valore.