Nelle ultime settimane, lo scenario tra India e Pakistan si è drammaticamente surriscaldato, portando per la prima volta in anni alla ribalta la parola “nucleare” nei discorsi ufficiali. A scatenare la crisi è stato un sanguinoso attentato terroristico in Kashmir, che ha provocato la morte di 26 turisti, in gran parte indù. L’India ha incolpato Islamabad di aver agevolato i responsabili, mentre il Pakistan ha negato ogni coinvolgimento e chiesto un’inchiesta internazionale.

- Il 28 aprile, il ministro della Difesa pakistano Khawaja Muhammad Asif ha annunciato che un’incursione militare indiana era ormai «imminente» e che le forze armate di Islamabad erano pronte a rispondere con ogni mezzo, incluso il loro arsenale nucleare, “se l’esistenza stessa del Pakistan fosse minacciata” Reuters.
- In un’intervista al canale russo RT, l’ambasciatore pachistano a Mosca, Muhammad Khalid Jamali, ha rilanciato l’avvertimento: “Utilizzeremo lo spettro completo di forza, convenzionale e nucleare, se l’India dovesse attaccare” India Today.
Come segnale della propria determinazione, il Pakistan ha testato il missile balistico Abdali, con gittata di circa 450 km, capace di raggiungere obiettivi militari strategici all’interno del territorio indiano. Parallelamente, Nuova Delhi ha sospeso il Trattato delle Acque dell’Indo, chiuso il proprio spazio aereo e intensificato le pattuglie lungo la Linea di Controllo, denunciando violazioni da parte pachistana Latest news & breaking headlinesAl Jazeera.
Gli Stati Uniti, preoccupati per il rischio di un’escalation atomica, hanno sollecitato entrambe le parti alla moderazione. Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dialogato separatamente con i ministri degli Esteri indiano e pakistano, ribadendo il sostegno di Washington contro il terrorismo e invitando a evitare “una reazione sproporzionata” che possa degenerare in un conflitto nucleare AP NewsReuters. Anche la Cina e l’Unione Europea hanno lanciato appelli analoghi.
Nonostante l’arsenale dei due Paesi rimanga uno dei più rilevanti al mondo — con più di 150 testate ciascuno e missili a gittata intercontinentale — l’opinione prevalente tra gli analisti è che un attacco nucleare sarebbe suicida per entrambi gli Stati. Tuttavia, la retorica torna a evocare lo spettro di Hiroshima e Nagasaki, ricordando ai leader di New Delhi e Islamabad che la deterrenza nucleare è un’arma a doppio taglio: garantisce sicurezza, ma rende catastrofica ogni guerra convenzionale.
Con l’avvicinarsi dell’estate e il Ramadan in corso, la speranza comune è che il buon senso prevalga e si arrivi a un cessate il fuoco diplomatico. Ma la soglia del nucleare, finora solo sfiorata nei discorsi, si è ufficialmente abbassata, lasciando il mondo con il fiato sospeso.