Nel solco di Leone Magno si colloca oggi la figura di Leone XIV, nuovo pontefice eletto nel 2025. Il nome scelto, Leone, richiama con forza l’autorità pastorale, la fermezza dottrinale e il coraggio spirituale dei grandi papi del passato. E non è un caso che la sua prima messa pubblica sia stata celebrata il 9 maggio, giorno in cui in Russia si ricorda la vittoria contro il nazismo: un segno di pace e di possibile armonia tra le nazioni, anche tra Occidente e Oriente.

In questo video del canale 100 Giorni da Leoni Liliane Tami, Paolo Borgognone e Riccardo Rocchesso di parlano del nuovo pontefice.

Lo stemma di Leone XIV unisce due simboli: il cuore e il giglio. Il cuore rappresenta la carità pastorale, l’amore di Cristo per l’umanità; il giglio è simbolo della purezza e della fedeltà alla Tradizione. In questi due emblemi si riassume il programma di un pontificato che vuole tenere insieme verità e misericordia, dottrina e compassione.

Religioso dell’Ordine di Sant’Agostino, Leone XIV appartiene a una delle famiglie spirituali più antiche e profonde della Chiesa. Gli agostiniani, seguaci di sant’Agostino, mettono al centro della loro vita la ricerca della verità e l’amore per la comunità, fondendo vita interiore e azione pastorale. Il nuovo Papa porta con sé anche una solida formazione intellettuale: è laureato in matematica, segno di una mente razionale, rigorosa, amante dell’ordine e della bellezza della creazione.

In un tempo di confusione e smarrimento, Leone XIV si presenta come una guida solida, radicata nella tradizione e tuttavia aperta al dialogo con tutti i popoli. Americano di nascita, ma profondamente cattolico nello spirito, potrà forse contribuire a sanare ferite e ricomporre unità. Non attraverso compromessi ideologici, ma attraverso la fedeltà al Vangelo e il coraggio della verità.

Il suo pontificato inizia sotto il segno del cuore e del giglio: segni di speranza per una Chiesa che, come ai tempi di Leone Magno, è chiamata a difendere la verità, a convertire i cuori e a resistere alle nuove forme di barbarie spirituale.