Con un colpo di penna e il consueto stile deciso, Donald Trump ha firmato uno degli ordini esecutivi più audaci della storia americana: una misura per ridurre fino all’80% il prezzo dei farmaci da prescrizione negli USA. Una svolta epocale che punta a mettere fine a decenni di abusi da parte delle multinazionali farmaceutiche e a restituire giustizia ai cittadini americani, troppo a lungo costretti a pagare cifre astronomiche per cure essenziali.

Con questa mossa, Trump non solo dimostra ancora una volta la sua volontà di difendere la gente comune dalle élite economiche, ma sfida apertamente quel sistema di potere che lega politica, lobby farmaceutiche e interessi internazionali. Lo fa senza paura e senza compromessi, come dimostra il fatto che ha chiaramente affermato: «I contributi elettorali possono fare meraviglie, ma non con me e col Partito Repubblicano».
L’ordine esecutivo introduce il principio della “nazione più favorita”: le aziende dovranno praticare negli Stati Uniti lo stesso prezzo che offrono al Paese che paga di meno. Un principio di equità e trasparenza, che potrebbe rivoluzionare non solo il mercato americano, ma anche l’intero sistema farmaceutico globale.
È significativo che questa iniziativa arrivi proprio mentre l’Europa, accusata da Trump di “brutalità” commerciale, continua a scaricare i costi dei farmaci sugli americani grazie ai suoi tetti regolati. Trump risponde con fermezza: «Tutti devono pagare lo stesso prezzo». È un richiamo potente a una giustizia internazionale che finora è mancata.
Molti esperti restano scettici, come spesso accade quando si mettono in discussione gli interessi consolidati. Eppure, la rapidissima ripresa in Borsa delle azioni farmaceutiche – che avevano inizialmente tremato – è la prova di un altro fenomeno: il timore delle aziende è stato mitigato solo dall’incertezza legale che potrebbe ritardare l’attuazione. Ma l’intenzione politica è chiarissima e la direzione è tracciata.
La verità è che Trump ha toccato un nervo scoperto. Gli americani pagano i farmaci dalle cinque alle dieci volte di più rispetto ai cittadini europei, anche se sono prodotti dalla stessa azienda, nello stesso stabilimento. È un’ingiustizia palese che nessuno ha mai avuto il coraggio di affrontare frontalmente. Trump lo fa, e lo fa con la determinazione che lo ha sempre contraddistinto.
Se le aziende non si adegueranno volontariamente, il nuovo ministro della salute, Robert F. Kennedy Jr., è pronto a imporre regolamenti e misure ancora più drastiche. Un’accoppiata inedita ma potente, che potrebbe davvero cambiare le regole del gioco.
Non si tratta solo di politica sanitaria: si tratta di visione. Trump promette che i soldi risparmiati – «migliaia di miliardi» – saranno reinvestiti per proteggere gli americani, anche attraverso lo sviluppo del Golden Dome, lo scudo antimissilistico del futuro. Unire giustizia sociale e sicurezza nazionale: è questa la firma di una leadership che guarda lontano.
Molti si chiedono se riuscirà davvero a piegare le resistenze legali e politiche. Ma una cosa è certa: Donald Trump ha aperto una nuova stagione. E, ancora una volta, ha dimostrato di essere dalla parte del popolo, contro i poteri forti.