Di Nicola Schulz Bizzozzero-Crivelli, curatore della rubrica Hic et Nunc che si occupa di psicologia, sanità e psicopatologia
Sempre più persone si trovano a convivere con un rapporto conflittuale con l’alimentazione, con il proprio corpo e con l’immagine di sé. In Svizzera si registra un aumento dei disturbi del comportamento alimentare (DCA), che coinvolge anche bambini, adolescenti e uomini, spesso senza che i segnali vengano riconosciuti tempestivamente.
L’anoressia nervosa e la bulimia nervosa rappresentano due tra i disturbi alimentari più complessi, in grado di compromettere in profondità la salute fisica e psicologica di chi ne soffre. Le conseguenze si estendono anche all’organizzazione delle cure, coinvolgendo i servizi sanitari in modo crescente.
In questo articolo esploreremo la natura di queste malattie, le loro cause, il ruolo della genetica e dei fattori ambientali, e ci soffermeremo sull’impatto che esercitano sul sistema sanitario svizzero, con un focus particolare sul Cantone Ticino.
Anoressia nervosa: caratteristiche, sottotipi e rischi
L’anoressia nervosa è un disturbo psichiatrico grave, caratterizzato da una restrizione volontaria e persistente dell’assunzione di cibo, che porta a una perdita di peso significativa. A questa condizione si associano un’intensa paura di ingrassare, anche quando il peso corporeo è nettamente al di sotto della norma, e una percezione distorta della propria immagine.
Se ne distinguono in psicologia due principali sottotipi clinici. Quello restrittivo è definito da un controllo rigoroso dell’alimentazione, con digiuni prolungati ed esercizio fisico eccessivo
la tipologia con abbuffate e condotte di eliminazione alterna episodi di perdita di controllo alimentare a comportamenti compensatori, come vomito autoindotto o uso di lassativi e diuretici
Questa forma di disagio è associata a numerosi rischi medici, tra cui malnutrizione severa, alterazioni cardiache, disturbi endocrini e osteoporosi. È la condizione psichiatrica con il più alto tasso di mortalità, e ciò rende indispensabile un intervento precoce, integrato e multidisciplinare.

Bulimia nervosa: manifestazioni cliniche e conseguenze fisiche
La bulimia nervosa si distingue per la presenza di abbuffate ricorrenti, durante le quali la persona consuma in breve tempo grandi quantità di cibo, accompagnate da una sensazione di perdita di controllo. A queste seguono comportamenti compensatori inappropriati, tra cui il vomito autoindotto, l’uso di lassativi o il digiuno, come fa notare Schulz.
L’autovalutazione del paziente è fortemente influenzata dal peso e dalla forma corporea, ma a differenza dell’anoressia, il peso corporeo tende a rientrare nei limiti della norma o a essere leggermente superiore.
Le complicanze mediche più comuni includono squilibri elettrolitici, alterazioni del ritmo cardiaco, problemi gastrointestinali e danni dentali, legati all’esposizione frequente agli acidi gastrici.
Le cause: fattori genetici, psicologici e ambientali
Anoressia nervosa e bulimia nervosa sono disturbi multifattoriali. Le evidenze scientifiche suggeriscono che la predisposizione genetica giochi un ruolo rilevante: studi familiari e su gemelli indicano una maggiore incidenza dei DCA tra i parenti di primo grado.
Sul piano neurobiologico, si osservano alterazioni nei circuiti cerebrali che regolano la ricompensa, l’impulsività e il controllo delle emozioni. In particolare, alcune varianti genetiche influenzano la regolazione dell’appetito e della risposta allo stress.
A questi fattori si aggiungono elementi ambientali e sociali: la pressione culturale verso ideali estetici irrealistici, esperienze traumatiche precoci (come trascuratezza o abuso), relazioni familiari disfunzionali e dinamiche scolastiche o lavorative stressanti.
Il modello diatesi-stress è uno dei più accreditati per spiegare lo sviluppo di questi disturbi. Secondo questo approccio, la diatesi rappresenta la predisposizione biologica e psicologica individuale, inclusi i fattori genetici, mentre lo stress è costituito da eventi ambientali scatenanti, come pressioni culturali, esperienze traumatiche o dinamiche familiari disfunzionali. Solo l’interazione tra queste componenti porta all’insorgenza clinica del disturbo
Le comorbidità psichiatriche e i tratti di personalità
I disturbi alimentari raramente si presentano in forma isolata. L’anoressia nervosa e la bulimia nervosa sono spesso associate ad altre condizioni psichiatriche, tra cui la depressione maggiore, i disturbi d’ansia e il disturbo ossessivo-compulsivo. In particolare, i sottotipi restrittivi dell’anoressia presentano spesso rituali rigidi e perfezionismo patologico.
Numerose ricerche hanno messo in evidenza anche la co-occorrenza con tratti di personalità disfunzionali, in particolare con il disturbo evitante di personalità, con ritiro sociale e paura del giudizio, con il disturbo borderline, caratterizzato da instabilità emotiva e impulsività e con il disturbo ossessivo-compulsivo di personalità, con un marcato bisogno di controllo e rigidità cognitiva.
Queste configurazioni contribuiscono a rendere più complesso l’intervento terapeutico, aumentando il rischio di cronicizzazione.
L’impatto sulla salute pubblica in Svizzera
In Svizzera, i disturbi del comportamento alimentare rappresentano un crescente problema di salute pubblica. La prevalenza dell’anoressia nervosa è stimata tra lo 0.3 e l’1%, mentre quella della bulimia nervosa tra l’1 e l’1.5% della popolazione. Le stime indicano che circa una giovane donna su dieci presenta sintomi subclinici. Durante e dopo la pandemia da COVID-19 si è osservato un incremento tra il 30% e il 50% dei nuovi casi, soprattutto tra gli adolescenti.
Nel Cantone Ticino si registrano circa 150-200 nuovi casi clinici di DCA ogni anno, ma si ipotizza che il numero reale sia molto più elevato. Le strutture specialistiche presenti non riescono sempre a far fronte alla domanda, con liste d’attesa che raggiungono anche i sei mesi.
Il costo medio annuo per paziente con DCA grave supera i 30’000 franchi svizzeri, secondo una stima della Fondazione Svizzera Pro Mente Sana. A questi si sommano i costi indiretti legati a perdita di produttività, assenze prolungate dal lavoro e invalidità temporanea o permanente.
Un approccio terapeutico integrato e personalizzato
Come si curano l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa? Così come le cause di questi disturbi sono multifattoriali, anche le strategie terapeutiche devono essere diversificate, integrate e centrate sulla persona. Schulz sottolinea che la complessità clinica dei disturbi del comportamento alimentare richiede interventi prolungati e strutturati, fondati su una visione multidisciplinare della cura.
Il trattamento si articola su più livelli. Ci sono il supporto nutrizionale, finalizzato al ripristino di un equilibrio corporeo e metabolico, la terapia farmacologica, in presenza di comorbidità psichiatriche come depressione o ansia, la psicoterapia individuale, con evidenze di efficacia consolidate per gli approcci cognitivo-comportamentali e il coinvolgimento attivo della famiglia, soprattutto nei pazienti in età evolutiva, per sostenere la ristrutturazione relazionale e ridurre i fattori di mantenimento del disturbo.
Una presa in carico precoce, accompagnata dalla costruzione di una solida alleanza terapeutica, rappresenta uno dei principali determinanti di una prognosi favorevole. Ma per essere davvero efficace, la cura deve integrarsi con il potenziamento dei servizi territoriali, la formazione degli operatori, la riduzione dello stigma e l’investimento in programmi di prevenzione rivolti a scuole, famiglie e comunità.
In questo contesto, la psicologia clinica svolge un ruolo centrale, non solo nella diagnosi precoce ma anche nella strutturazione di percorsi terapeutici personalizzati, capaci di considerare la complessità individuale e sociale del disturbo.
Anoressia nervosa e bulimia nervosa non sono comportamenti frivoli né manifestazioni di vanità, ma patologie psichiatriche gravi, che meritano di essere riconosciute, comprese e affrontate con rigore clinico e responsabilità sociale.
Nicola Schulz Bizzozzero Crivelli fa parte del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Sezione di Psichiatria, dell’Università di Pisa, ed è laureando magistrale in Psicologia Clinica e Dinamica. È in possesso di una laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche, una laurea in Scienze del Turismo, una laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, nonché di un master in Criminologia.
È inoltre membro delle seguenti organizzazioni scientifiche e professionali: Associazione Italiana di Psicogeriatria (AIP), International College of Neuropsychopharmacology (CINP), International OCD Foundation di Boston, European College of Neuropsychofarmacology (ECNP), American College of Neuropsychology (ACNP), International College of Obssessive Compulsive Spectrum Disorders (ICOCS), Society of Clinical Psychology – Division 12 dell’American Psychology Association (APA), Asian Association of Social Psychology (AASP), International Association of Applied Psychology (IAAP).