Clinica Moncucco, Lugano — Un evento straordinario per onorare 125 anni di dedizione, fede e carità al servizio dei malati.

Da oltre un secolo, le Suore Infermiere dell’Addolorata di Como rappresentano una presenza silenziosa ma fondamentale nella vita della città di Lugano. La Clinica Moncucco — divenuta nel tempo uno dei principali centri di cura del Cantone — è da sempre il luogo della loro missione, in cui carità, scienza medica e spiritualità si intrecciano quotidianamente.

Per celebrare questo importante anniversario, il 21 giugno si terrà una mattinata di eventi commemorativi presso la stessa Clinica a partire dalle 9.00. Dopo i saluti ufficiali e l’inaugurazione, il prof. dott. don Carlo Cattaneo, Archivista diocesano, terrà una lectio storica sul tema:
«L’arrivo a Lugano delle Suore Infermiere dell’Addolorata di Como: la memoria di donne operose con una storia feconda di carità».

Seguirà la celebrazione della Santa Messa presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Oscar Cantoni, Vescovo di Como, alla cui diocesi le Suore appartengono.

uno dei dipinti di Invernizzi

L’arte che parla al cuore della sofferenza

Fulcro simbolico di questa celebrazione sarà la preziosa mostra d’arte «Mi prendo cura», un percorso visivo e spirituale firmato dall’artista Rinaldo Invernizzi. L’esposizione, realizzata con il patrocinio della Pontificia Accademia per la Vita — l’organismo vaticano impegnato a promuovere la bioetica e la riflessione cristiana nel campo della salute e della cura — offre uno sguardo profondo e poetico sulla malattia come via di santificazione.

I visitatori saranno introdotti a una serie di pannelli e installazioni che esplorano il tema del malato visto come «icona vivente» di Cristo. Invernizzi trasforma la stanza d’ospedale in un tempio, invitando lo spettatore a porsi nella posizione del paziente stesso: dal letto, sotto il triangolo del manipolo di sostegno — simbolo che richiama la Trinità — emerge una dimensione teologica profonda. Il parallelo con il Cristo Morto di Mantegna è evidente: anche qui, la vulnerabilità del corpo umano diventa rivelazione di un mistero divino.

Al centro della mostra, un Sacratissimo Cuore di Gesù in vetro di Murano, rosso ardente e incoronato di fuoco, simboleggia l’amore redentivo e sacrificale al cuore stesso della missione medica cristiana.

Particolarmente toccanti i pannelli dedicati al gesto della cura: mani che lavano, che accarezzano, che confortano. Richiamano episodi evangelici carichi di significato: la Maddalena che unge i piedi di Cristo, e Gesù che lava i piedi ai discepoli nell’Ultima Cena. Attraverso queste opere, Invernizzi eleva il lavoro quotidiano delle Suore a un vero e proprio atto sacramentale: ogni gesto medico diventa liturgia, ogni cura diventa preghiera.

Il cuore fiammeggiante di cristo in vetro soffiato ideato da Rinaldo Invernizzi, al centro della mostra

Una mostra che onora la missione apostolica

I testi della mostra sono stati curati con rigore e sensibilità da Liliane Tami, bioeticista, filosofa della scienza e riflessologa, e dalla storica dell’arte Mara Hofmann, che hanno saputo intrecciare teologia, storia dell’arte e spiritualità, valorizzando il significato profondo di questo itinerario visivo.

Con questa esposizione, la celebrazione dei 125 anni delle Suore Infermiere dell’Addolorata non si limita a una memoria storica, ma diventa un’occasione per riflettere sul senso ultimo della cura cristiana: una vocazione al servizio del sofferente come presenza viva di Cristo, secondo una lunga e preziosa tradizione apostolica.

Un appuntamento imperdibile per tutta la comunità luganese, chiamata a onorare una pagina di fede e carità che continua a scrivere la sua storia.