Generico

Don Minutella, fuori dal magistero. Prima di lui, l’eretico Ario morì sbudellato orribilmente…

Liliane Tami

Un buon pastore deve salvare le anime, perciò deve guidare le persone a comunicarsi quanto più spesso possibile, a partecipare ai sacramenti e ad obbedire al pontefice regnante. Un cattivo pastore, invece, allontana i fedeli dalla Santa Comunione e instilla odio o dubbi nei confronti del Papa.

Con la recente autoproclamazione a “Grande Prelato”, Don Alessandro Minutella ha compiuto l’ennesimo atto di sfida al cuore della Chiesa cattolica: al primato petrino, alla comunione ecclesiale, al Magistero universale. Dichiarandosi “anti- papa” e disconoscendo l’autorità del Pontefice regnante e dei suoi predecessori, egli si è ormai collocato apertamente fuori dalla Chiesa, nello stato di scisma e di eresia. Il problema è che chi lo segue…si allontana dalla Santa Messa e dalla comunione con la chiesa.

La sua posizione non è nuova nella storia della cristianità. Il caso più emblematico a cui possiamo paragonare il suo comportamento è quello di Ario, il prete di Alessandria che nel IV secolo osò negare la divinità del Figlio, provocando uno dei più gravi sconvolgimenti dottrinali del cristianesimo antico. Come Ario, anche Minutella si presenta come uomo di fede, ma in realtà scardina le basi della fede stessa, travestendo da zelo ciò che è presunzione e ribellione. Come Lucifero, si fa portatore della luce della tradizione e della fede viva…ma è un angelo caduto, un sacerdote scomunicato.

L’eretico Ario (256 e il 336 d.C. ) . Fu scomunicato attorno al 318 d.C. a causa della sua dottrina cristologica che negava la consustanzialità del Figlio con il Padre: secondo Ario, il Figlio era una creatura, superiore a tutte le altre ma non eterna, e dunque “c’era un tempo in cui il Figlio non era”. La sua posizione fu condannata ufficialmente nel 325 d.C. al Concilio di Nicea, che definì il Figlio “della stessa sostanza” del Padre.

Ario, che allontanava i fedeli dalla Chiesa, proprio come Don Minutella, morì in modo tragico e simbolico: secondo la tradizione storica, fu colpito da una morte improvvisa e raccapricciante, “sbudellato”, con le viscere che gli uscirono dal ventre mentre si preparava a entrare in chiesa per essere riammesso alla comunione. La Chiesa ha sempre letto questo evento come un segno divino della gravità del suo inganno teologico.

Anche oggi, i “nuovi Ariani” come Don Minutella giocano con il fuoco del dogma, non rispettano il primato petrino, dicono che nelle Ostie Consacrate delle Sante Messe non vi è Cristo, seminando discordia criticando prima Papa Francesco e poi Papa Leone, idolatrando le loro convinzioni personali e travolgendo con sé molte anime in buona fede.

I cattivi pastori non proteggono il gregge, lo espongono ai lupi. Non lo conducono al Pastore eterno, ma lo guidano su sentieri di confusione, sospetto, orgoglio. L’autorità di Pietro, conferita da Cristo stesso, è il segno visibile dell’unità della Chiesa. Minutella la rifiuta, la disprezza, la nega. E in questo, come insegna il Catechismo (CCC 2089), cade nello scisma, nella disobbedienza ostinata al Romano Pontefice, e dunque nell’esclusione dalla comunione cattolica.

Chi segue Don Minutella, spesso lo fa per desiderio di purezza, per fedeltà alla Tradizione. Ma è un’illusione tragica: la vera Tradizione è sempre in comunione con la Cattedra di Pietro. La vera fede non è mai contro la Chiesa, ma dentro di essa. Cristo non ha fondato mille chiese, ma una sola, edificata “sulla roccia”, non sull’arbitrio individuale.

È tempo che i fedeli si sveglino da questo incubo spirituale. Don Minutella non è un riformatore, non è un profeta, e tantomeno un “Grande Prelato”: è un uomo che ha smarrito la strada e che ora, come Ario, rischia di portare con sé molti nel baratro dell’eresia. Se quest’uomo vuole salvarsi l’anima deve subito fare pubblica ammenda e inchinarsi di fronte a Papa Leone XIV e chiedere scusa a tutti i fedeli che ha portato a camminare in una terra oscura lontana dalla successione apostolica voluta da Cristo. Don Minutella ha ricevuto da Dio la grazia di avere un forte carisma personale: che adoperi questo dono per fare del bene anzichè per allontanare le persone dalla Santa Chiesa.

Preghiamo per lui, e soprattutto per le anime che confonde. E teniamoci stretti alla Chiesa, nostra madre, e a Pietro, nostro pastore visibile, perché solo dentro l’obbedienza c’è la vera libertà cristiana, e solo dentro la Chiesa c’è la salvezza.

Relatore

Recent Posts

L’Italia dice NO alla carne sintetica: una vittoria della natura sull’ingegneria del piatto

Con un voto storico, l’Italia ha alzato la voce e ha scelto da che parte…

11 ore ago

Le poesie di Sergej Esenin, il poeta russo trovato impiccato a soli trent’anni. Il nuovo libro curato da Corrado Facchinetti

a cura di Corrado Facchinetti, edizione L’Arca di Noè. Poesie - Sergej A. Esenin -…

12 ore ago

San Nicola, il vescovo che incendiò la storia: tra verità, leggenda e arte

Ci sono santi che attraversano i secoli in silenzio, come orme lievi nella sabbia del…

12 ore ago

Il Pensiero del giorno – di Julian Assange

"Mi è diventato chiaro che praticamente ogni guerra degli ultimi 50 anni è stata il…

12 ore ago

Lady Macbeth, domani alla Scala

Riduzione in un atto per teatro di prosa Personaggi principali Katerina L’vovna Izmajlova – giovane…

16 ore ago

Roberto Calvi e i Frati Neri

Londra, notte del 17 giugno 1982 (Una stanza d’albergo. Le tende chiuse. La città respira…

21 ore ago

This website uses cookies.