Gabriele Scardocci, frate predicatore
Ci sono ancora grilli che saltano qua e là. E portano avanti tesi contrarie alle tesi classiche della fede sostenendo essere arretrate; portare avanti in Africa, queste tesi sebbene possano sembrare legate a una ideologica sensibilità teologica e liturgica del passato, al contrario mantengono una straordinaria attualità dottrinale, culturale e pastorale. La critica che le definisce “arretrate” non coglie la profondità e la perenne validità dei principi che esse esprimono. Invece, in un mondo in cui la fede è spesso ridotta a un sentimento soggettivo e la liturgia a una performance, queste tesi richiamano la Chiesa a riscoprire il centro della sua identità.

Vediamo innanzitutto la attualità dottrinale e pastorale
* Promuovere la riverenza verso il Santissimo Sacramento: Questa tesi non è un semplice formalismo, ma un richiamo alla verità della presenza reale di Cristo. In un’epoca segnata da un crescente relativismo, riaffermare la presenza reale di Cristo nel Santissimo Sacramento è un atto di coraggio e di profonda fede. La riverenza non è solo un atto esteriore, ma l’espressione di un’adesione interiore al mistero dell’Incarnazione prolungato nel tempo. La realtà ontologica della presenza di Cristo nell’Eucaristia è un fondamento irrinunciabile del cattolicesimo (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1374).
* Il ruolo dei sacerdoti: I sacerdoti, come ministri ordinari dell’Eucaristia, hanno il compito di educare i fedeli alla riverenza. Questa tesi sottolinea la loro responsabilità pastorale di essere testimoni e custodi del mistero. In un tempo in cui la figura del sacerdote è spesso banalizzata o ridotta a un ruolo sociale, riaffermare la sua funzione di “ministro dell’altare” è essenziale per la sana vita della Chiesa (Cfr. Sacrosanctum Concilium, n. 41).
* L’Adorazione Eucaristica come obbligo comunitario: Contrariamente a quanto sostenuto dalla critica, l’Adorazione non è una “devozione privata”. L’Eucaristia è un mistero pubblico e comunitario che la Chiesa celebra e adora. L’Adorazione Eucaristica è un’estensione della celebrazione liturgica, un momento in cui l’intera comunità ecclesiale si prostra davanti al suo Signore (Esortazione Apostolica Sacramentum Caritatis, n. 66). Proporla come un obbligo per tutti i cristiani significa promuovere la partecipazione attiva e consapevole che va oltre la semplice ricezione del Sacramento.
* Diffusione delle modalità di adorazione: La tesi sui canti in lingua locale non è una chiusura al progresso, ma una promozione della “partecipazione attiva” secondo i principi del Concilio Vaticano II. Utilizzare canti noti e culturalmente radicati, come quelli in lingue Chichèwa e Chitumbuka, permette una più profonda immedesimazione nel mistero liturgico, superando il rischio di un ritualismo privo di significato per le comunità locali (Cfr. Sacrosanctum Concilium, n. 37-40). L’inculturazione della fede non è un tradimento, ma un arricchimento.
* Preparazione delle celebrazioni e ruolo dei cori: Questa tesi è un richiamo all’arte e alla bellezza della liturgia. La liturgia non è un evento improvvisato, ma una celebrazione che richiede preparazione, cura e dignità. I cori, lungi dall’essere una “performance”, hanno il compito di sostenere il canto dell’assemblea e di elevare lo spirito verso il trascendente (Istruzione Musicae Sacrae, n. 4). In una cultura che spesso degrada il sacro, il richiamo alla dignità della celebrazione è un atto profetico.
* Ricezione dell’Eucaristia sulla lingua: Questa raccomandazione, spesso criticata come “tradizionalista”, ha un profondo significato teologico e pastorale. Sottolinea la “sacralità” del pane consacrato, trattato come il corpo stesso di Cristo. Ricevere l’Eucaristia sulla lingua non è una norma rigida, ma un’espressione di umiltà e di profondo rispetto che aiuta a custodire il Sacramento da ogni possibile profanazione. È una pratica che rafforza la consapevolezza della grandezza del mistero (Cfr. Redemptionis Sacramentum, n. 92). In ogni caso, non sono mai stato contrario alla comunione sulla mano, come molti Clubbers ed amici sanno. È esasperarla che non mi convince.
* Assistenza pastorale ai cristiani impediti: L’ultima tesi è un magnifico esempio di compassione e sollecitudine pastorale. Non si tratta di una questione meramente dottrinale, ma di un atto di misericordia. In una società che tende a escludere e a stigmatizzare, la Chiesa è chiamata a prendersi cura di coloro che sono feriti e allontanati dalla piena comunione. Dare priorità all’accompagnamento di chi è impedito a ricevere i sacramenti (ad esempio, a causa di irregolarità matrimoniali) è un richiamo all’accoglienza e alla riconciliazione come cuore della missione della Chiesa, un tema centrale nel pontificato di Papa Francesco.
In conclusione, le sette tesi non rappresentano un passo indietro, ma un profondo e necessario ritorno alle fonti della fede. Esse non sono in contrasto con la contemporaneità, ma offrono una risposta robusta alle sfide del nostro tempo: il secolarismo, il relativismo e la banalizzazione del sacro. Sostenere queste tesi significa difendere la verità del mistero eucaristico e promuovere una vita ecclesiale che, radicata nella sua tradizione più autentica, sa guardare con speranza al futuro.
Per chi volesse approfondire
Bibliografia
* Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 1997.
* Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione sulla Sacra Liturgia Sacrosanctum Concilium, 4 dicembre 1963.
* Papa Benedetto XVI, Esortazione Apostolica Post-sinodale Sacramentum Caritatis, 22 febbraio 2007.
* Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Istruzione Redemptionis Sacramentum, 25 marzo 2004.
* Congregazione per i Riti, Istruzione Musicae Sacrae, 3 settembre 1958.