Liliane Tami
Resistono alle radiazioni, sopravvivono nello spazio, non temono il gelo né la disidratazione: sono i tardigradi, microscopici organismi noti come “orsi d’acqua”, veri campioni di resilienza biologica. Oggi, con la tecnologia CRISPR, parte di questo patrimonio genetico resistentissimo viene sperimentato su cellule umane da laboratori militari cinesi.
La bioetica è fondamentale perché rappresenta il confine che protegge la dignità umana dalle derive di un progresso tecnico privo di bussola morale. Superare certi limiti significa trasformare la scienza in strumento di dominio anziché di cura, riducendo l’uomo a semplice oggetto di sperimentazione. La ricerca deve avanzare, ma sempre nel rispetto dell’integrità della persona: senza questo argine etico, il rischio è di generare mostri biologici o società disumanizzate, dove il valore della vita viene piegato a interessi militari o politici.
DNA tardigrado: l’arma segreta della Cina per i super soldati – Engineerine
L’esperimento: cellule umane potenziate
Secondo quanto riportato da fonti scientifiche, i ricercatori avrebbero introdotto nei genomi delle cellule staminali umane alcuni tratti del DNA dei tardigradi, in particolare quelli legati alla proteina Dsup, che protegge il materiale genetico da radiazioni e danni ossidativi.
Il risultato? Cellule che non solo resistono a dosi letali di raggi X, ma crescono anche più velocemente delle cellule normali. Un passo che apre scenari fino a ieri confinati alla fantascienza: organismi umani geneticamente modificati in grado di sopravvivere a condizioni estreme.

Obiettivi militari e spaziali
Le applicazioni sono molteplici. Da un lato, i militari potrebbero puntare alla creazione di soldati resistenti a guerre nucleari o ambienti contaminati, in grado di sopravvivere laddove un normale essere umano soccomberebbe. Dall’altro, le ricerche si proiettano anche nello spazio: astronauti potenziati, capaci di affrontare missioni di lunga durata su Marte o nelle profondità cosmiche, senza i limiti biologici attuali.
Un confine etico incerto
Ma dietro l’entusiasmo tecnologico si nascondono domande cruciali:
- È etico intervenire sul patrimonio genetico umano per scopi militari?
- Quali potrebbero essere gli effetti a lungo termine di un DNA ibrido tra uomo e tardigrado?
- Quali rischi si corrono nel creare esseri umani “selezionati” per funzioni specifiche?
La possibilità di “super-soldati” geneticamente modificati solleva timori globali. Non solo per le implicazioni morali, ma anche per gli equilibri geopolitici: una corsa alle biotecnologie militari potrebbe trasformarsi in una nuova frontiera della competizione tra potenze mondiali.
Dal mito al futuro
Quello che fino a pochi anni fa sembrava un racconto distopico oggi è realtà di laboratorio. La Cina, con i suoi investimenti in biotecnologia, si colloca in prima linea. Ma la domanda rimane aperta: questi esperimenti saranno la chiave per il progresso umano, ad esempio in campo medico e spaziale, o il preludio a un futuro in cui la genetica verrà usata per piegare l’uomo a fini bellici?
