di Nicola Schulz Bizzozzero-Crivelli, curatore della rubrica Hic et Nunc che si occupa di psicologia, benessere, salute mentale  psicopatologia

Un nuovo studio per comprendere le origini del disturbo ossessivo compulsivo

Parlare oggi di disturbo ossessivo-compulsivo significa confrontarsi con una delle condizioni psichiatriche più complesse e persistenti, ma significa anche interrogarsi su quanto ancora non conosciamo delle sue cause. L’ipotesi di un legame tra immunologia, infiammazione e vulnerabilità psichica non è nuova, ma si sta consolidando grazie a studi clinici che provano a unire linguaggi differenti: quelli della psicologia, della medicina molecolare, della virologia. Lo studio di Riccardo Gurrieri, Nicola Schulz Bizzozzero Crivelli, Alessandro Arone, Stefania Palermo, Lara Forensi Crowther e Donatella Marazziti, recentemente presentato al Congresso Mondiale della World Federation of Societies of Biological Psychiatry (WFSBP 2025) di Berlino dal dott. Nicola Schulz, si muove proprio in questa direzione, suggerendo che infezioni pregresse, infiammazione e carenze vitaminiche potrebbero giocare un ruolo importante nella fisiopatologia del DOC.

L’indagine clinica presentata al WFSBP 2025

La ricerca ha incluso 217 pazienti adulti ambulatoriali con diagnosi di disturbo ossessivo-compulsivo secondo i criteri del DSM-5. La gravità e le caratteristiche sintomatologiche sono state valutate mediante la Yale-Brown Obsessive-Compulsive Scale (Y-BOCS). Contestualmente, i partecipanti sono stati sottoposti a esami di laboratorio per la misurazione di vitamina D, vitamina B12, acido folico, omocisteina, marker infiammatori periferici (VES, PCR, emocromo)titoli anticorpali per virus e agenti infettiv come citomegalovirus (CMV), virus di Epstein-Barr (EBV), Toxoplasma gondii, streptococco (titolo antistreptolisinico)

L’obiettivo era triplice: valutare la prevalenza di infezioni pregresse o attive, rilevare eventuali correlazioni tra biomarcatori e gravità del disturbo, esplorare la possibilità di utilizzare questi parametri nella pratica clinica ordinaria.

Infezioni virali, carenze vitaminiche e DOC: cosa dicono i dati

I risultati dello studio hanno mostrato una significativa presenza di infezioni virali pregresse tra i pazienti con DOC, con 61 casi positivi a EBV (mononucleosi), 46 positivi a CMV IgG, 24 con titolo antistreptolisinico elevato, 14 positivi a Toxoplasma gondii IgG e 4 positivi a CMV IgM

Più della metà del campione presentava insufficienza grave di vitamina D.

L’analisi statistica ha evidenziato un dato clinicamente rilevante: i pazienti con precedente infezione da EBV presentavano punteggi significativamente più alti nella Y-BOCS totale e nella sottoscala delle compulsioni. Parallelamente, si è rilevata una correlazione inversa tra i livelli di vitamina D e la gravità complessiva dei sintomi, così come tra i livelli di acido folico e la sottoscala delle ossessioni.

Un cambio di paradigma nella psicopatologia del DOC

Secondo Schulz, questi dati rafforzano l’ipotesi che il disturbo ossessivo-compulsivo possa essere scatenato anche da processi infiammatori o infettivi cronici, che possono modulare il funzionamento cerebrale e la regolazione emotiva.

Le ossessioni e compulsioni potrebbero infatti rappresentare l’espressione soggettiva di un’attivazione cronica dell’asse immuno-infiammatorio, innescata o aggravata da infezioni virali, squilibri metabolici o carenze nutrizionali.

Implicazioni cliniche e possibilità terapeutiche

Un dato cruciale è che gli esami considerati sono accessibili, economici e di routine nei protocolli clinici standard. Potrebbero quindi essere facilmente integrati nella valutazione di pazienti con DOC, specialmente in presenza di resistenza farmacologica o sintomi atipici.

Schulz sottolinea come indagare infezioni pregresse, carenze vitaminiche e stati infiammatori nei pazienti con DOC potrebbe offrire non solo una migliore comprensione della malattia, ma anche nuovi strumenti di prevenzione e trattamento.

L’ipotesi, ancora da confermare su vasta scala, è che un intervento mirato sul piano immuno-nutrizionale – ad esempio attraverso integrazioni vitaminiche o farmaci immunomodulatori – possa modulare l’intensità e la traiettoria dei sintomi.

Per una psichiatria sistemica e integrata

Le conclusioni dello studio aprono a un approccio integrato e sistemico al disturbo ossessivo-compulsivo, in cui psicoterapia, farmacologia, diagnosi differenziale e valutazione biologica coesistono e si rafforzano a vicenda. È un invito alla psicologia clinica e alla psichiatria a dialogare in modo sempre più stretto con la medicina di laboratorio, la nutrizione, l’immunologia.

Nicola Schulz BizzozzeroCrivelli fa parte del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Sezione di Psichiatria, dell’Università di Pisa, ed è laureando magistrale in Psicologia Clinica e Dinamica. È in possesso di una laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche, una laurea in Scienze del Turismo, una laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, nonché di un master in Criminologia.

È inoltre membro delle seguenti organizzazioni scientifiche e professionali: Associazione Italiana di Psicogeriatria (AIP), International College of Neuropsychopharmacology (CINP), International OCD Foundation di Boston (IOCD), European College of Neuropsychofarmacology (ECNP), American College of Neuropsychology (ACNP), International College of Obssessive Compulsive Spectrum Disorders (ICOCS), Society of Clinical Psychology – Division 12 dell’American Psychology Association (APA), Asian Association of Social Psychology (AASP), International Association of Applied Psychology (IAAP).

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