Negli ultimi anni il termine Quantum Financial System (QFS) è comparso sempre più spesso in articoli, blog e canali di informazione “alternativa”. Viene presentato come un sistema rivoluzionario in grado di sostituire lo SWIFT (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication), il tradizionale network dei pagamenti internazionali, e di aprire una nuova era della finanza globale.
Ma cosa sappiamo davvero del QFS?
Tra mito e realtà
Il QFS viene descritto come una rete di pagamento interbancario globale, basata su tecnologie quantistiche e intelligenza artificiale, capace di garantire trasparenza totale e di eliminare la corruzione del sistema bancario.
Tuttavia, non esistono prove concrete o documenti ufficiali che ne attestino l’operatività. Molti contenuti sul tema si basano su testimonianze indirette, dichiarazioni di ex militari o analisti, nonché su letture geopolitiche collegate a Russia, Cina e ai movimenti dei BRICS.
Un dato certo è che la Russia e la Cina hanno promosso reti alternative allo SWIFT, come il CIPS (Cross-Border Interbank Payment System) e lo SPFS (System for Transfer of Financial Messages), soprattutto in risposta alle sanzioni occidentali. Questi sistemi esistono e sono già operativi, ma non coincidono con il “Quantum Financial System” di cui si parla nelle narrazioni online.

Ricerca veloce vs ricerca approfondita
Alcuni canali di informazione hanno liquidato il QFS come pura invenzione, basandosi sull’assenza di fonti nei documenti ufficiali. È vero che nelle relazioni governative più recenti – ad esempio i supplementi di bilancio USA per il 2024 – non compare alcun riferimento al QFS.
Ma come spesso accade, assenza di prove non equivale automaticamente a prova di inesistenza.
Chi studia il tema richiama analisi di figure autorevoli, come:
- l’ex generale americano Paul E. Vallely;
- Arthur Herman, columnist di Forbes e direttore della Quantum Alliance Initiative dell’Hudson Institute;
- il filosofo russo Aleksandr Dugin, vicino a Sergej Glazyev, economista e promotore di un nuovo ordine finanziario multipolare;
- documenti dell’OCC (Office of the Comptroller of the Currency) statunitense.
Queste fonti non provano in maniera definitiva l’esistenza di un QFS operativo, ma mostrano che l’argomento è entrato almeno nel dibattito geopolitico e accademico.
L’ipotesi del nuovo ordine multipolare
Il cuore della questione è geopolitico. L’idea di un QFS si inserisce nel discorso su un nuovo ordine finanziario multipolare, promosso da paesi come Russia, Cina, India e più recentemente i BRICS allargati.
Si discute di valute digitali sovrane (CBDC), di sistemi alternativi allo SWIFT e di nuove forme di garanzia monetaria (oro, risorse energetiche, beni reali). Alcuni di questi progetti sono concreti e documentati; il QFS, nella forma “tecnologica e messianica” descritta in certi ambienti, resta invece a livello di ipotesi.
Il Quantum Financial System rimane ad oggi un concetto più evocativo che reale: un intreccio di speculazioni tecnologiche, aspirazioni politiche e riflessioni economiche.
Senza documenti ufficiali, prove empiriche o dichiarazioni istituzionali, è corretto considerarlo una teoria affascinante ma non verificata.
Allo stesso tempo, è un sintomo chiaro: il mondo finanziario sta vivendo un cambiamento epocale, dove l’egemonia dello SWIFT viene messa in discussione e i poli emergenti cercano nuove strade per emanciparsi dal sistema dominato dall’Occidente.