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Trasparenza dello Stato. Varate le normative.

Ieri la commissione della legislazione ha sottoscritto il rapporto, redatto da Pelin Kandemir Bordoli e Tullio Righinetti, riguardante il messaggio n. 6296 del 10 novembre 2009, Rapporto del Consiglio di Stato sull’iniziativa popolare generica 17 settembre 2007 “Per una legge sulla trasparenza dello Stato”e sull’iniziativa parlamentare 6 dicembre 1993 presentata nella forma generica dall’ex deputata Chiara Simoneschi-Cortesi e cofirmatari “Per una legge sull’informazione”.

Si attendono ancora le firme dei commissari PPD e della maggioranza dei commissari PLR che non l’hanno sottoscritto riservandosi di discuterne in seno ai propri gruppi. A gennaio comunicheranno la loro decisione e l’eventuale presentazione di un rapporto di minoranza.

“Con la legge sulla trasparenza e la legge sull’archiviazione si completa il ciclo iniziato con la legge sulla protezione dei dati. Infatti, la legge sulla trasparenza sarà seguita da quella sull’archiviazione che sicuramente – si legge nel rapporto dei relatori – ci darà dei criteri sulla conservazione dei documenti, aumenterà la possibilità di accesso agli stessi e di conseguenza sarà di sostegno anche alla trasparenza auspicata con questa legge”.

L’iniziativa “per una legge sulla trasparenza dello Stato” aveva raccolto 9’301 firme consegnate alla cancelleria dello Stato nel settembre 2007 e si basava sui seguenti principi:

definire la cerchia delle autorità soggette alla trasparenza tenendo conto del fatto che le aziende pubbliche dovrebbero essere comprese nel campo d’applicazione, in quanto responsabili di molti compiti dello Stato;

delimitare le categorie di documenti soggetti alla trasparenza, segnatamente determinare in quale misura i documenti interni o preparatori saranno consultabili;

designare il più precisamente possibile gli interessi superiori privati e pubblici che potrebbero giustificare in un caso concreto il mantenimento del segreto, come, in particolare ma non esclusivamente, la sicurezza pubblica, le procedure giudiziarie pendenti, le posizioni di negoziazione o i segreti d’affari;

stabilire una procedura d’accesso rapida, poco costosa e informale;

istituire un organo indipendente di mediazione in caso di litigio;

definire le vie di ricorso in caso di fallimento della mediazione;

fissare le misure d’accompagnamento destinate a favorire l’accesso, come la consultazione dei registri delle autorità, la pubblicazione in linea di certi documenti importanti, la formazione dei funzionari alla trasparenza, la conservazione dei dati.

Sulla base di questi principi il Consiglio di Stato ha in seguito presentato il proprio voluminoso messaggio che ieri ha appunto superato lo scoglio della Commissione della legislazione.

Redazione-cro

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