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Svizzera nell’UE? Ecco una valida alternativa

Si legge oggi sui quotidiani svizzeri che complice la messa in osservazione della Spagna da parte dell’agenzia Moody’s, l’euro è sceso sino a 1,2758 sul franco. La valuta svizzera rimane dunque sempre molto forte, sull’euro e anche sul dollaro (0.96).
Si leggevano ieri sui quotidiani europei le esternazioni del capo dei ministri delle finanze della Zona euro, Jean Claude Juncker riguardo alla necessità per la Svizzera di aderire all’Unione europea, pena il suo futuro isolamento e il suo sicuro indebolimento.

Insomma malgrado le prove concrete della forza della Svizzera, della forza del franco svizzero e della forza delle istituzioni svizzere, i vertici dello spazio europeo continuano a declassarci facendoci sentire outsider senza futuro.
Peccato che dai pulpiti del potere elvetico non giunga nessun commento deciso in risposta alle istituzioni comunitarie. Certo, Berna risponde ma lo fa con toni da Cenerentola desiderosa sì di farsi rispettare ma desiderosa anche di non uscire dalle grazie dei grandi potenti europei.

Immaginiamo che accadrebbe se in uno scenario fantascientifico (ma non poi così tanto, come dimostrato da una recente mozione presentata da un parlamentare svizzero tedesco) la Svizzera rispondesse alla supponenza della platea europea con un “editto” che suonerebbe più o meno così: “Sono aperte le iscrizioni per l’adesione alla Confederazione Helvetica. La candidatura è aperta unicamente alle regioni confinanti con la Svizzera. Il termine per la presentazione della candidatura di adesione è fissato al 30 marzo 2011”.

All’idea di entrare a far parte della Svizzera, Germania e Francia storcerebbero probabilmente il naso. Ieri Juncker ha detto che queste due nazioni sono leader carismatici in ambito politico internazionale grazie alla loro appartenenza all’UE, dunque non vorrebbero rischiare di perdere una posizione privilegiata.
Inoltre, i tedeschi respingerebbero l’annessione alla Svizzera perchè da loro va sempre tutto meglio che negli altri paesi.
L’esprit de grandeur dei sciovinisti francesi (lo slogan “grande è meglio” è riapparso con prepotenza nella società francese dopo l’elezione a presidente di Nicolas Sarkozy) impedirebbe alla Francia di considerare l’adesione a una nazione geograficamente più piccola.
Gli italiani invece sono così disperati che andrebbero a stare anche in mezzo al mare pur di sottrarsi al generale malandazzo. Dunque per loro entrare a far parte della Svizzera sarebbe il massimo.
Non vi sono invece supposizioni per quanto riguarda Austria e Liechtenstein, a causa del loro carattere discreto sia in ambito nazionale che europeo.

La morale della favola sarebbe che sarebbe auspicabile che i nostri governanti diventino più consapevoli dei valori della nostra Svizzera, valori che molti altri paesi ci riconoscono e forse invidiano e che li difendano con maggior senso di “autostima”.
Sarebbe auspicabile che i nostri governanti dimostrino maggior attenzione per gli interessi economici, culturali e sociali generali e meno per quelli a carattere più “elitario”. Questo eviterebbe di cadere in controverse e pericolose situazioni, come in occasione delle recenti votazioni su minareti, espulsione di criminali stranieri, oppure in occasione dei “salvataggi” finanziari recenti, ecc. Così la Svizzera acquisterebbe maggior forza e riconoscimento morale, sarebbe meno vulnerabile politicamente e riuscirebbe ad arginare le crescenti pressioni di nazioni che per quanto riguarda problemi economici e sociali sono messe ben peggio di noi.

Carlo Martello

Redazione

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  • Concordo pure io che un atteggiamento diverso delle Istituzioni federali eviterebbero referendum "insidiosi". Il popolo firma referendum se non si sente tutelato e rispettato. Mi sembra che a più riprese il popolo abbia mandato messaggi chiari a Berna che però ha preferito non cogliere o dimostrarsi piuttosto distratta.

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