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Dress code di UBS? Macchè, meglio scravattati.


L’indubbia icona degli “scravattati” è Sergio Marchionne (nella foto), amministratore delegato di Fiat e Chrysler che si presenta senza cravatta anche nelle occasioni ufficiali. A lui si deve anche la moda del maglione a collo rotondo dal quale spunta il colletto aperto della camicia. Una divisa all’insegna del relax che tutti dovrebbero potersi permettere, se lo desiderano.

In Germania il cristiano-democratico Jens Koeppen ha scritto una lettera ai segretari del Parlamento invitandoli a mettere una cravatta quando esercitano le loro funzioni, per rispettare la dignità della Camera. Se non lo faranno, non verranno più chiamati.
Andrej Hunko, un deputato della sinistra che non possiede neanche una cravatta ha protestato contro l’obbligo di indossare “un accessorio di moda del 19esimo secolo” e il dibattito si annuncia infuocato.

Nonostante i continui “richiami all’ordine” l’esercito degli scravattati avanza. Non solo Sergio Marchionne, che con il suo maglione casual ha stupito persino i cinesi, ma anche Barack Obama. Il presidente degli Stati Uniti è entrato nella classifica degli uomini più eleganti grazie ad un abito scuro e ad una camicia immacolata aperta sul collo.

Chi invece non sarà mai uno scravattato è il presidente francese Nicolas Sarkozy, a cui piacciono molto le cravatte italiane di Maurizio Marinella e di Luca Roda (quest’ultimo è lo stesso che rifornisce il prezioso accessorio al ministro italiano Giulio Tremonti).
E sicuramente nemmeno saranno mai scravattati gli italiani che sulla cravatta puntano la propria identità politica, come la cravatta verde dei leghisti, la cravatta blu a pois dei berlusconiani e quella rosa pastello o beige dei finiani.

Fonte: La Stampa.it

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