Nella regione montuosa di Rio de Janeiro l’esercito brasiliano cerca i sopravvissuti sotto una spessa coltre di fango. Il bilancio di cinque giorni di pioggia e smottamenti è di oltre 600 morti e 14mila sfollati e si teme che queste cifre siano destinate ad aggravarsi.
La pioggia che continua a cadere sulle zone alluvionate rende difficile l’uso degli elicotteri e l’esercito, mobilitato dalla presidente Dilma Rousseff, sta cercando di raggiungere con i mezzi cingolati le zone rimaste isolate dall’inizio dell’ondata di maltempo.
I cadaveri vengono sepolti in fretta. In una corsa contro il tempo non si prende il tempo di cercare l’identità dei morti. Il pericolo di epidemie è troppo elevato e le autorità vogliono scongiurarlo con ogni mezzo. Ai morti è data comunque una sepoltura dignitosa. Niente fosse comuni, ma bare singole e croci di fronte ad ogni tomba.
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