Il Partito liberale radicale svizzero chiede una riduzione di tasse e imposte per contrastare le conseguenze nefaste dell’apprezzamento del franco sull’economia. Il PLR non crede invece a una politica interventistica.
I liberali radicali hanno proposto oggi a Berna di partire all’assalto dei costi di produzione indotti dallo Stato, affinché le imprese svizzere, in particolare quelle esportatrici, possano ricevere una boccata d’ossigeno. “In un anno, il prezzo della nostra produzione sui mercati internazionali è aumentato del 15-20%”, ha spiegato il consigliere nazionale zurighese Markus Hutter.
Per compensare il franco forte, il PLR vuole alleggerire il carico fiscale delle imprese, riducendo l’aliquota di imposta sugli utili e sopprimendo le tasse di bollo. La burocrazia, i tributi doganali, gli oneri salariali indiretti, nonché le tasse devono essere ridotte.
Nel mirino del partito di Fulvio Pelli ci sono pure le tasse ambientali, che “generano costi sul piano economico e pesano enormemente sulle piccole e medie imprese (PMI), ha indicato la consigliera nazionale ginevrina Martine Brunschwig Graf.
La formazione di centro-destra reclama inoltre un tasso unico dell’IVA al 5,5%, che permetterebbe alla Svizzera di essere “molto concorrenziale”, poiché sarebbe il tasso più basso d’Europa, ha sottolineato la deputata. Quale contropartita di questo abbassamento delle imposte, il programma di consolidamento economico 2012-2013 dovrebbe essere portato a termine nella sua interezza.
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