I successi politici de I Verdi del Ticino sono sicuramente visibili a tutti e la loro politica raccoglie sempre maggiori consensi. I sondaggi lasciano il tempo che trovano e vanno comunque presi con le pinze ma é innegabile che i vari barometri elettorali assestano il partito di Sergio Savoia ormai stabilmente vicino al 10%. Il vento in poppa porta I Verdi ad aspirare ad una poltrona in Consiglio di Stato e sabato a Massagno il Coordinatore non ha risparmiato le critiche a questo stesso Consiglio di Stato, giudicato – in perfetto stile ambientalista – da compostaggio.
Oggi I Verdi sono in grado di profilarsi ben oltre i temi puramente ambientali, spaziando dai bilaterali alla fiscalità, dalla cassa malati alla scuola pubblica. Temi che stanno a cuore ai ticinesi e cavalcati ormai da tutti i partiti ma che l’intelligenza politica e l’abilità oratoria di Savoia trasformano in qualcosa di nuovo, proprio come un “message in a bottle” – metodo che ha scelto per presentarli – quasi a voler parasafrare Sting, che sulla riva scopre, oltre alla sua, altri “cento miliardi di bottiglie”, comprendendo che molti provano il suo stesso senso di alienazione.
A Massagno non poteva certo mancare l’accenno ad AET, accusata di non rispondere dei propri errori e di investire nel carbone proveniente dal terzo mondo. Carbone che a I Verdi con l’ultima iniziativa ha portato ben 12mila firme, un segnale questo, se ancora ve ne fosse bisogno, di come gli ecologisti sanno cogliere molto bene gli umori della popolazione.
Rafforzare il gruppo in Gran Consiglio e formare un insieme autonomo rimane uno degli obiettivi principali, così come riuscire a raggiungere, in questa o nella prossima elezione, una poltrona in Governo, possibilmente – ha dichiarato Savoia – a scapito dei Liberali.
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