Un giovane che aveva creato una setta religiosa, presentandosi ai suoi adepti come ‘Dio’, è stato impiccato per apostasia in Iran. L’esecuzione, riferisce l’agenzia Fars, è avvenuta mercoledì scorso nella città di Ahwaz, nel sud-ovest del Paese, abitata da una forte minoranza araba. L’uomo, identificato come Abdolreza Gharabat, era “riuscito a riunire attorno di lui dei giovani arabi della regione”, aggiunge l’agenzia.
Il reato di apostasia può portare alla pena di morte in Iran, così come molti altri tra i quali l’omicidio, la rapina a mano armata, la violenza carnale, il traffico di stupefacenti e l’adulterio.
Secondo fonti di stampa iraniane, le impiccagioni dall’inizio dell’anno nel Paese sono state 67, rispetto alle 179 di tutto il 2010, con punte fino a dieci esecuzioni in un solo giorno. Tra gli impiccati vi sono due attivisti arrestati nelle manifestazioni anti-governative del 2009, accusati di “cooperazione” con i Mujaheddin del Popolo, la maggiore organizzazione di opposizione armata al regime, e Zahra Bahremi, una cittadina irano-olandese anch’ella arrestata in una manifestazione e poi condannata a morte per traffico di stupefacenti.
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