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Se il confine diventa un colabrodo. Giovanni Berardi.

Avete già provato a bloccare con una mano un colino? Non ci riuscite, perché l’acqua non defluisce da un solo orifizio, ma da tanti piccoli fori. Quindi la notizia che sempre più valichi con l’Italia diventeranno “mobili” (i prossimi saranno dal 1. marzo quelli di Stabio, di Ponte Tresa e di Madonna di Ponte-Brissago) deve far riflettere tutti noi. Ma ancora di più dovrebbero riflettere la Berna federale e l’Amministrazione federale delle dogane.

Di tanto in tanto si sente parlare di furti a catena in abitazioni e ditte e non passa giorno che si ha notizia di rapine in un qualche distributore di benzina a ridosso del confine. I responsabili sono quasi sempre uccel di bosco. La sicurezza è un bene che caratterizza la qualità di vita di una regione. Da noi, per fortuna, chi opera per la sicurezza sul territorio svolge un lavoro encomiabile. A lasciare qualche dubbio sono invece le scelte strategiche. I valichi mobili non saranno più piantonati 24 ore su 24; in determinati orari i percorsi di avvicinamento saranno controllati da reparti mobili. Gli esperti dicono che questo sistema sarebbe più efficace e che gli effettivi del corpo delle guardie di confine non saranno ridotti.

Ma il punto non è questo, bensì la necessità semmai di potenziare i controlli in dogana e lungo tutta la frontiera. Abbassare la guardia ora significa non tenere conto del fatto che l’Italia ha oltre 8’000 km di frontiere (di cui l’80% è bagnato dal mare) e che questo paese non riesce assolutamente a controllare capillarmente i suoi confini. Ciò comporta la presenza di clandestini, fra cui anche delinquenti, che sfuggono a qualsiasi controllo delle autorità italiane (che peraltro faticano addirittura ad avere il controllo su taluni territori).

Gli accordi di Schengen avranno anche portato a una migliore collaborazione fra le forze dell’ordine dei diversi paesi e a un coordinamento nella lotta alla criminalità, ma uno degli obiettivi principali, ossia il rafforzamento dei controlli alle frontiere esterne dello spazio Schengen, non è stato assolutamente raggiunto, almeno per quanto riguarda la vicina penisola. Di conseguenza, sarebbe un autogol abbassare la guardia in questo momento. Questo è uno dei diversi temi per cui la Berna federale dovrebbe avere un riguardo particolare verso il nostro Cantone.

È una rivendicazione che va fatta con fermezza e in modo documentato. Ne va della nostra sicurezza e della qualità di vita di tutti i cittadini. Se poi viene dato lavoro a qualche guardia di confine in più, tanto meglio…

Giovanni Brerardi – Alto Malcantone
Candidato PPD al Gran Consiglio

Redazione-cro

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