Il ministro dello Sviluppo rurale e della cooperazione del governo del Sudan del Sud è stato ucciso ieri nel suo ufficio di Djouba, la capitale. Lo ha annunciato un portavoce dell’esercito sud sudanese.
Ieri erano stati resi noti i risultati definitivi del referendum che si era svolto fra il 9 e il 15 gennaio per l’indipendenza della regione meridionale del Sudan. La popolazione si era pronunciata a favore della secessione, un percorso elettorale che si era svolto in maniera pacifica, seppur sotto il controllo di diversi organismi internazionali.
Per questo motivo non si capisce ancora in quale contesto inserire l’omicidio del ministro, se si tratta di un atto isolato oppure se deve essere considerato come l’inizio di un movimento di protesta contro il risultato del voto.
La cerimonia ufficiale d’indipendenza sarà proclamata il 9 luglio prossimo. Il Sud del Sudan sarà il 54esimo Stato africano.
La sua indipendenza era stata programmata sei anni fa, in occasione della firma dell’accordo di pace tra la guerriglia indipendentista del sud del paese e il governo di Khartoum. La firma dell’accordo metteva fine a una guerra civile che durava da 20 anni e che opponeva il sud del paese, di religione cristiana e animista, al nord, prevalentemente musulmano.
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