Il padre delle gemelle vodesi somparse, dopo aver fatto la traversata da Marsiglia alla Corsica con le bambine il 31 gennaio, è tornato da solo sul continente, raggiungendo Tolone, nel sud della Francia, il 1 febbraio. Lo si apprende da fonti dell’inchiesta marsigliese. Per la sorte delle bimbe si teme ormai il peggio.
Oggi è emerso che l’uomo ha consultato siti internet in cui si parla di suicidio, veleni e armi da fuoco. Gli investigatori ipotizzano quindi che l’uomo avesse premeditato da tempo la sua fuga. Di Livia e Alessia, viste per l’ultima volta su un traghetto da Marsiglia alla Corsica nella notte dal 31 gennaio al 1. febbraio, continua a non esserci traccia.
“Forse è stato trovato il traghetto di uscita dalla Corsica”, ha affermato lo zio delle bambine davanti ai media che assediano la casa di sua sorella a Saint-Sulpice (VD) poco dopo aver ricevuto una chiamata dalla polizia. Lo zio di Alessia e Livia ha confermato che il computer dell’ufficio del cognato è stato analizzato. Due giorni prima della sparizione con le bimbe il padre ha navigato su siti internet che forniscono informazioni sui traghetti diretti in Corsica. Il 43enne ha pure consultato pagine in cui si parla di suicidio, veleni e armi da fuoco. I dati erano stati cancellati. “È molto inquietante”, ha affermato lo zio di Alessia e Livia.
Intanto la polizia vodese ha sospeso la ricerca di Alessia e Livia nella regione di Saint-Sulpice, ma potrebbe riprenderla in qualsiasi momento. Ora gli inquirenti si concentrano sull’ambiente professionale e privato del padre delle gemelline. “Tutto ciò che doveva essere fatto sul posto è stato fatto”, ha dichiarato all’ATS il portavoce della polizia cantonale Jean-Christophe Sauterel. Tra 30 e 40 persone sono ancora mobilitate, ma il loro lavoro è orientato differentemente.
Da parte loro, gli inquirenti italiani sono alla ricerca di un registratore che il padre, suicidatosi il 3 febbraio gettandosi sotto un treno a Cerignola (Foggia), aveva sempre con sé. Saranno anche compiute ulteriori ispezioni in tutte le buche delle lettere della zona per verificare se il 53enne abbia spedito altre lettere alla moglie. Quest’ultima aveva ricevuto negli scorsi giorni otto buste contenenti complessivamente 5’000 euro. Altre due erano state trovate in buche delle lettere in disuso.
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