Nei giorni scorsi, segnatamente giovedì 3 febbraio, alla dogana di Chiasso Brogeda era nuovamente in esercizio il Fiscovelox. Sicuramente l’apparecchiatura è stata attiva, di recente, anche in altre occasioni, senza che chi scrive ne abbia avuto notizia.
Il Fiscovelox, i cui scopi e modalità operative sono noti a tutti, è pure, al di là delle sue funzioni concrete, assurto a simbolo della guerriglia italiana – guerriglia di tipo economico, condotta a suon di scudi, di liste nere, e di azioni di sabotaggio internazionale ad opera del ministro Tremonti – nei confronti della Svizzera. A fare le spese di questa offensiva è sostanzialmente il Ticino.
In questa circostanza, appare sconcertante che proprio la Svizzera sia stato il primo paese ad assicurare (?) la propria partecipazione ad Expo 2015, la cui realizzazione è peraltro ancora avvolta da pesanti incertezze.
Una simile condiscendenza da parte del Consiglio federale si pone in stridente contrasto con le bordate in arrivo da Oltreconfine. La ricomparsa dei Fiscovelox è solo il segnale più evidente che il governo italiano, ed in particolare il ministro delle Finanze che sembra avere mano libera su tutto, non ha alcuna intenzione di seppellire l’ascia di guerra.
Chiedo pertanto al lod. Consiglio di Stato:
– Il CdS è informato delle varie apparizioni dei Fiscovelox in dogana?
– Quanti sono stati gli appostamenti dei Fiscovelox negli ultimi sei mesi?
– Come valuta il CdS il fatto che, proprio mentre la Svizzera, come prima nazione, siglava la propria partecipazione ad un’Expo 2015 ancora tutta in forse, la controparte italiana, a mo’ di ringraziamento, piazzava il Fiscovelox alla dogana di Chiasso-Brogeda?
Con la massima stima
Lorenzo Quadri
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