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San Gottardo. Niet del PS Ticino ai Giovani Liberali Radicali.

I Giovani Liberali Radicali hanno proposta alcuni giorni or sono un’iniziativa popolare federale affinché il tunnel del San Gottardo venga raddoppiato senza aumentare la capacità di transito. Proposta lanciata lo ricordiamo, dal Consiglio di Stato Urano, sostenuto recentemente anche dal Gran consiglio dello stesso cantone. Alla ricerca di sostegno i GLRT hanno scritto, fra gli altri, anche al Partito Socialista Ticinese, che oggi in una lunga presa di posizione – che pubblichiamo integralmente – rifiuta il sostegno e si dice pronto – per bocca di Fabio Pedrina e Carlo Lepori – a una opposizione chiara della proposta.

Il testo di Pedrina e Lepori a nome del Partito Socialista Ticinese.
Abbiamo preso atto della vostra petizione e della vostra richiesta di sostegno.
Il Partito Socialista si è sempre battuto per una politica di trasferimento efficace, in grado di dare nel prossimo futuro – e non fra 10 o 20 anni – un contributo tangibile per un TICINO VIVIBILE fatto di salvaguardia della salute dei moltissimi ticinesi che abitano lungo gli assi di transito nord-sud (Gottardo e San Bernardino) e di salvaguardia del territorio sempre più messo sotto pressione anche dal crescente traffico veicolare.
Il NON raddoppio è un corollario essenziale se si vuol dare una chance di concretizzazione a questo obiettivo di un TICINO VIVIBILE per noi, ma soprattutto per le prossime generazioni.

Detto questo a titolo introduttivo e quale motivazione principale del nostro mancato sostegno, che è anche opposizione, a questa vs. petizione, evidenziamo che pure noi non concordiamo sulla necessità di chiudere per 900 giorni la galleria stradale e che pure noi sosteniamo la necessità di chiedere alla Confederazione di approfondire debitamente le conseguenze negative per il Ticino, ma non solo quelle economiche, anche quelle ambientali e accanto a quelle negative, si valutino anche possibili opportunità e effetti positivi (ad es. anche in relazione al turismo). L’opzione “comunque raddoppio” quale soluzione che scaturisce dalla vs. petizione va nel senso opposto a quanto da noi auspicato.

Anzitutto riteniamo che i lavori di risanamento vadano sostanzialmente ridimensionati, in quanto da calibrare in funzione del dopo: ossia un dopo risanamento senza più traffico pesante nella galleria stradale, scelta politica di fondo – su cui a nostra volta vi chiediamo di prendere posizione – una scelta che permette di evitare la sostituzione completa della soletta intermedia, riducendo di parecchio costi e durata dei lavori. In tali condizioni è pure pensabile una soluzione di risanamento con galleria in parziale esercizio (v. es. San Bernardino).
Ma se chiusura totale deve essere, lo sia, quanto basta al di fuori dei periodi di punta estiva del traffico e predisponendo un’offerta di transito alternativa con navette auto e camion nelle gallerie ferroviarie, soluzione la cui fattibilità con capacità adeguate è stata dimostrata di recente anche dalla Confederazione.
In queste condizioni è semplicemente fuorviante e poco corretto parlare di “isolamento del Ticino”: già un povero Ticino che vorrebbe farsi definire “isolato” malgrado una nuova AlpTransit in esercizio (ossia il vettore di trasporto più concorrenziale per Zurigo, con un’ora di percorrenza in meno rispetto a oggi) e un’offerta sostitutiva con navette ferroviarie in grado si assorbire tutte le auto che oggi circolano nei periodi meno frequentati fra autunno e primavera ?! Questa teoria dell’isolamento passa forse a braccia aperte in Lombardia, ma di certo non a nord delle Alpi.

D’altro canto riteniamo che occorra cogliere l’occasione data dai lavori di risanamento, dopo pochi anni dall’apertura della galleria ferroviaria di base del Gottardo, per dare una spinta decisiva al mandato costituzionale sul trasferimento: la necessaria chiusura (totale o parziale) per un periodo prolungato, creerà le premesse e lascia il tempo necessario a tutti per prepararsi e, ove dovuto, per trovare soluzioni alternative nella catena logistica.
Per i camion l’offerta sostitutiva nel tunnel di base basterà ad assorbire i 500’000 transiti ancora ammessi entro il 2019; la borsa dei transiti alpini dovrà perciò essere finalmente introdotta, probabilmente con dispiacere dell’UE, che in assenza di alternative dovrà rassegnarsi alla realtà dei fatti. Credere di poter giungere a tanto stendendo il tappeto rosso del raddoppio è pura ingenuità.
Infine, per quel che concerne i passeggeri che, con la chiusura della galleria, faranno massicciamente capo a AlpTransit, sarà necessario potenziare significativamente il trasporto pubblico in Ticino che con l’aiuto della confederazione dovrà essere potenziato anche al di fuori del sistema TILO.

Come potete costatare, ci sono diversi altri quesiti da sottoporre alla Confederazione rispetto a cui occorre far chiarezza nell’interesse del Canton Ticino, foss’anche solo per chiedere soldi in compensazione a Berna. Il catalogo contenuto nella vs. petizione è mancante, oltre ad essere a senso unico. Vedremo di colmare altrimenti questa lacuna.

Ringraziando per l’attenzione, vi inviamo i nostri cordiali saluti.

Fabio Pedrina e Carlo Lepori

Redazione-cro

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