Come si ricorderà, lo scorso mese di novembre si è svolto a Bellinzona presso la Pretura penale un processo relativo a quella che i media hanno chiamato la “truffa del granito”.
Imputati erano sette trasportatori attivi nell’ambito dei lavori d’arginatura del fiume Vedeggio, accusati appunto di truffa e falsità in documenti per aver presentato bollettini di consegna sui quali figurava un peso degli inerti caricati sui loro automezzi superiore alla realtà, procurando quindi alle rispettive loro ditte un profitto indebito ai danni del pubblico Consorzio appaltatore. Il Giudice, Damiano Stefani, aveva allora stabilito la loro sostanziale buona fede, decidendo dunque per una loro assoluzione.
Questa sentenza è stata impugnata nel dicembre scorso dal Ministero Pubblico, rappresentato dalla Procuratrice Fiorenza Bergomi. Ora la Corte d’appello e di revisione penale ha accolto positivamente, almeno parzialmente, l’istanza del Ministero, confermando la validità dell’accusa per almeno quattro delle sette persone implicate nella vicenda. Gli autori del reato erano patrocinati dagli avvocati Andrea Bersani e Andrea Marazzi. Rimane ancora aperta presso il Ministero la posizione di uno degli imputati d’allora, responsabile di una cava.
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