14h37: A Tripoli si diffonde la voce, poi smentita, della morte di Muammar Gheddafi. Dall’est del paese i ribelli avanzano verso la capitale: “Sarà una carneficina”.
14h10: Da Tripoli giungono notizie di pesanti attacchi di polizia e militari contro i fedeli all’uscita delle moschee nel quartiere di Djanzour, dopo la preghiera collettiva del venerdì (giorno che per i musulmani è l’equivalente della domenica nel mondo occidentale). La polizia ha ucciso diverse persone.
In diversi quartieri della capitale sono in corso manifestazioni.
14h00: Il Consiglio dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite sta valutando la sospensione della Libia da questa istanza internazionale. Un ferry boat con 285 cittadini americani ha lasciato il paese ed è diretto a Malta.
13h40: La Francia si oppone alla proposta della Nato di una riunione sulla Libia. In particolare il governo di Parigi non vede la necessità dell’intervento della Nato nella questione della crisi libica.
Lo ha dichiarato venerdì il portavoce del ministero francese degli affari esteri, dopo che il Segretario generale dell’Alleanza atlantica Anders Fogh Rasmussen aveva convocato una riunione urgenze per il pomeriggio a Bruxelles.
12h38: Giunge la notizia che quasi tutti i giacimenti di petrolio nella regione di Bengasi sono controllati dai rivoltosi e funzionano al 25% della loro capapcità effettiva. Djamal bin Nour, il magistrato che gestisce temporaneamente l’amministrazione di Bengasi, ha dichiarato che i contratti stipulati con le compagnie petrolifere estere sono considerati validi solamente se includono clausole dichiaranti che i proventi del petrolio vanno a beneficio del popolo libico. In caso contrario verranno sospesi.
12h30: Un responsabile dell’Agenzia internazionale dell’energia ha comunicato che le raffinerie europee messe in difficoltà dal drastico calo del petrolio proveniente dalla Libia dispongono di circa un mese di riserve.
11h50: Al Jazeera comunica la notizia secondo la quale esercito e forze di polizia si sono alleati con il popolo nella regione di Ajdabiya. Il capo della polizia Hafiz Abdoul-Rahim ha dichiarato che “la polizia sostiene il popolo ed è pronta a sacrificare la propria vita per la Libia libera.”
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