Categories: EditorialePrimo piano

Yara Gambirasio. Una tragica fine per un giallo irrisolto.

Sconforto, delusione, rabbia e impotenza sono gli stati d’animo che ieri aleggiavano fra le centinaia e centinaia di addetti ai lavori che per tre mesi hanno disperatamente cercato la giovane Yara Gambirasio, scomparsa misteriosamente da Brembate di Sopra, una fredda sera di novembre poco dopo le 18, all’uscita dal centro sportivo.
La morte l’aspettava poco fuori ma lei non poteva saperlo, forse nemmeno il suo assassino lo sapeva, considerando che la ragazzina si trovava per caso al centro sportivo, avendo deciso all’ultimo momento di andare a consegnare un registratore, un maledetto registratore che sarebbe servito l’indomani per la musica da utilizzare in un concorso di ginnastica ritmica, la sua passione.


Tre mesi sono occorsi per ritrovare il suo corpo, ormai in avanzato stato di decomposizione, tre mesi per spegnere le speranze di tutti e in particolare di coloro che ininterrottamente hanno continuato a cercarla, da Bergamo a Udine senza apparentemente tralasciare nessuna pista, nessun indizio, ascoltando anche sedicenti medium che la “vedevano” un pò ovunque.
Ma in cuor nostro, più passavano i giorni più le speranze di ritrovarla viva si spegnevano, in cuor nostro quante volte discutendo del caso quasi sottovoce presagivamo il peggio. Ora immancabile spunterà la polemica, le critiche, le accuse a questa o quella scelta fatta da famiglia e inquirenti, polemiche che comunque non serviranno a nulla, se non a modificare – forse – il comportamento nel prossimo caso.

Già perché se questo é accaduto in un paese “tranquillo” che forse tanto tranquillo non era, se si considera che il mese scorso a poche centinaia di metri da dove ieri é stato rinvenuto il cadavere di Yara, era stato trovato un ragazzo morto accoltellato fuori da una discoteca e poi gettato lì come uno straccio vecchio. Forse non esistono più i paradisi terrestri dove non succede mai nulla di brutto. La morte, gli omicidi e i delinquenti sono ovunque, anche appena fuori dall’uscio di casa o addirittura, come a volte succede, anche dentro l’uscio di casa.
La morte di Yara Gambirasio sarà vagliata dagli investigatori, certamente chi l’ha uccisa avrà lasciato qualche segno. Tocca ora agli specialisti rispondere alle molte domande che da ieri sera assillano la sua famiglia, gli abitanti di Brembate di Sopra, nel Bergamasco e tutti coloro che hanno seguito con trepidazione e apprensione la scomparsa della ragazzina, immaginando cosa potessero provare se fosse capitato a uno dei loro figli.

I primi interrogativi riguardano proprio la scoperta del corpo: era lì dal giorno della scomparsa? Oppure era stato portato lì il giorno in cui era stato trovato? O magari qualche giorno prima? Se era lì da tre mesi perché le ricerche a tappeto in tutta la zona non lo avevano mai fatto trovare? E come mai i cani non ne avevano fiutato le tracce? E’ vero che malgrado siano abili nel seguire ogni pista, anche i cani più addestrati hanno i loro limiti e le condizioni atmosferiche di quel periodo non hanno certamente facilitato il loro compito. La neve, l’acqua e il vento possono benissimo averli portati fuori pista. Chi interagisce con i cani per altri scopi ben sa come i fattori climatici possano influenzare il loro fiuto.
Se invece il cadavere é stato messo lì solamente da poco tempo, perché il suo assassino lo avrebbe fatto? Perché non disfarsene in modo definitivo senza correre il grosso rischio di essere scoperto mentre spostava il corpo? Perché gettarlo a soli 500 metri dal centro di coordinamento delle ricerche, a poche centinaia di metri da dove era stato trovato il corpo del giovane assassinato?
Dove ha custodito in tutto questo periodo il corpo di Yara, prima di disfarsene? Molte le domande a cui dovranno rispondere gli inquirenti. La sua è stata una sfida verso le autorità? Oppure si trattava di un malato incapace di controllare le sue gesta o una sorta di maniaco che trafugando il corpo ha rivissuto l’impulso del giorno dell’omicidio?
Se così fosse, cosa farà quando fra qualche tempo la cronaca calerà il sipario anche su questa triste vicenda? Tornerà a colpire ancora, nel caso non fosse arrestato prima? Oppure quella sera tutto si era svolto per un tragico caso, magari a seguito di un approccio verso la ragazzina conclusosi con un atto di violenza non premeditato?
Un paese tranquillo, pulito e ordinato, Brembate di Sopra, dove la gente riservata schiva le telecamere, evita di parlare con i giornalisti, dove lo scorrere delle giornate è sempre lo stesso, dove sindaco e parroco sembrano le persone di riferimento per tutti e dove purtroppo la fede e le preghiere non sono servite a restituire viva, alla sua famiglia, la piccola Yara Gambirasio.

C.S.

Redazione-cro

Recent Posts

Il Negazionista non nega affatto. Ma il Corona è pur sempre un’influenza! – Intervista a Eros Nicola Mellini

Alcuni anni fa Il Pensiero Unico - nel presente contesto: sulla pandemia - è chiarissimo,…

9 ore ago

“Kipling è un razzista” cancellato il poeta tradotto anche da Gramsci e sostituito da poesia afro

Manchester, Università. Gli studenti decretano che la poesia If dello scrittore e poeta britannico Joseph Rudyard Kipling (Bombay, 30 dicembre 1865 – Londra, 18…

12 ore ago

Oggi è l’anniversario della decapitazione di Hastings – 541 anni fa

"... e per san Paolo giuro che digiunerò finché il mio ordine non sarà eseguito" Ho assistito tempo…

12 ore ago

I Rosenberg: cronaca di una condanna a morte senza prove certe

19 giugno 1953, New York, carcere di massima sicurezza di Sing Sing. Due coniugi vengono…

13 ore ago

Tempo d’Attesa: un insolito pensiero per San Valentino

L'amore in attesa è uno dei tanti amori che fanno del tempo il loro nido,…

13 ore ago

“Sorprendere, meravigliare, sedurre, risvegliare…” – La casa editrice Flamingo raccontata dal suo fondatore, il dottor Orlando Del Don

Recentemente la Edizione Flamingo ha presentato a Castelgrande le 11 opere edite nel corrente anno. Un'intervista…

14 ore ago

This website uses cookies.