Il Gran Consiglio ticinese ha votato oggi in favore della riforma del finanziamento ospedaliero, compresa la controversa clausola del volume massimo di prestazioni assegnato ai singoli istituti di cura.
Una svolta determinante per la libera scelta futura dell’istituto di cura, una clausola che il PS sosteneva a spada tratta, pronto anche al referendum e che il Consiglio di Stato aveva praticamente imposto come condizione sine qua non, senza la quale non avrebbe dato la propria adesione in caso di stralcio dei tetti massimi, ciò che avrebbe imposto un rinvio del dossier e un secondo passaggio parlamentare.
La posizione del Governo fortemente sostenuta dalla sinistra, da parte del gruppo PLRT e da quasi tutti i deputati leghisti ha avuto la meglio per 39 voti contro 31.
Sembra ovvio che la limitazione dei tetti massimi, comporterà a tempo debito per alcuni, il dover rivolgersi verso quegli istituti che disporranno ancora di un “bonus” consentito per prendersi carico dei pazienti. Se il vostro ospedale, per motivi contingenti avrà superato questo tetto massimo, si dovrà obbligatoriamente rivolgersi altrove.
L’altra svolta prevista nella riforma riguarda la copertura finanziaria dei trattamenti medici forniti da tutti gli istituti riconosciuti, pubblici e privati. Il 55% della fattura sarà a carico del cantone, il 45% degli assicuratori.
Le maggiori uscite stimate per le casse cantonali sono stimate a circa 70 milioni di franchi.
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