

Bill Gross, fondatore di Pimco, uno tra i maggiori fondi azionari al mondo, prevede che appesantiti da un “reale ma non riportato” debito di 75 trilioni di dollari (l’equivalente di circa 70mila miliardi di franchi svizzeri), gli Stati Uniti sono avviati inesorabilmente verso il default, ossia l’incapacità di far fronte al pagamento degli interessi o di rimborsare il debito giunto a scadenza. Una situazione che potrebbe avere come conseguenza pesanti turbolenze.
I più recenti segnali concreti di questa evoluzione ci giungono dall’inesistente recupero della moneta americana nei confronti dell’euro, in seguito ai tagli del rating sul Portogallo operati questa settimana sia da Standard & Poor’s che da Fitch Ratings (a quando il downgrading del rating degli Stati Uniti? ndr).
Secondo Gross, questa situazione di default giungerà per un sommarsi si diverse concause: inflazione, deprezzamento delle valute, tassi d’interesse reali bassi e negativi. Un contesto nel quale non conviene tenere buoni del Tesoro americani.
L’unica maniera che gli USA hanno per mitigare questo scenario di crisi, ritiene Gross, è una drastica revisione degli stanziamenti di spesa, in particolare le spese sanitarie , Medicaid e assistenziali, Social Security.
Nel sistema di numerazione statunitense, al quale fa riferimento Gross, un trilione equivale a mille miliardi. L’importo inimmaginabile di 75 trilioni equivale a quasi il 500% del Prodotto interno lordo degli Stati Uniti.
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Tutto quanto ha a che fare con la moneta (le monete) è terribilmente complicato. Nel caso degli USA persino demenziale.
Le banche e gli ambienti finanziari poggiano su un potere (debolezza) di una tecnostruttura monopolistica e fintanto che si abdicherà in loro favore il default sarà inevitabile. Infatti è assodato che questo monopolio viene gestito per fottere il pubblico ed a solo vantaggio dei banchieri. E quel che impressiona maggiormente è che non imparano nulla dagli errori ma anzi perseverano in questo "potere arbitrario".
Se le banche centrali gestiscono la moneta con operazioni di open market, aumentando o diminuendo le riserve legali ed i tassi di interesse, chi controlla le banche centrali?