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L’Italia assicura l’accesso agli appalti pubblici alla Svizzera.

L’Italia ha abolito una misura discriminante per la Svizzera nel settore degli appalti pubblici. Soddisfazione espressa dal Consiglio federale per questa questa decisione.

Il provvedimento nel settore degli appalti pubblici è stato adottato dall’Italia nell’estate del 2010. Secondo tale misura, i fornitori di prestazioni di determinati paesi, fra cui la Svizzera, dovevano richiedere un’autorizzazione presso il Ministero delle finanze italiano per partecipare agli appalti pubblici italiani. Solo in tal modo era loro consentito di partecipare al concorso. Proprio ieri Michelin Clamy Rey aveva apertamente parlato di crisi fra Italia e Svizzera e oggi giunge l’apertura italiana, che annuncia l’abrogazione di questa misura nei confronti del nostro Paese, come confermato dalle autorità italiane al nostro Governo.

Il Consiglio federale in una nota stampa esprime la propria soddisfazione per la revoca dell’obbligo di autorizzazione da parte dell’Italia. In tal modo essa ottempera ai propri obblighi internazionali che scaturiscono dall’accordo OMC sugli appalti pubblici nonché dagli accordi bilaterali tra la Svizzera e l’UE sugli appalti pubblici. Per contro nelle medesima nota no vi é alcun accenno ai motivi particolari che hanno finalmente spinto l’ Italia a revocare questa restrizione alle ditte svizzere

Il DFE esprime soddisfazione e afferma: la decisione è il frutto degli sforzi intrapresi dal Consiglio federale e dal Consiglio di Stato ticinese per richiamare il Governo italiano al rispetto delle convenzioni internazionali e bilaterali. Nella nota stampa il DFE medesimo sottolinea che il tema era stato oggetto anche dell’incontro tenutosi a Roma con il ministro Paolo Romani del 18 novembre 2010, al quale aveva partecipato anche la Consigliera di Stato Laura Sadis.

Pressioni UE verso l’Italia fra i motivi della decisione
Nei giorni scorsi la Commissione europea aveva chiesto chiarimenti all’Italia sulla corretta applicazione del diritto comunitario in materia di accordi bilaterali. Un motivo che fa comprendere il repentino cambio di strategia italiana.

Redazione-cro

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