La ministra della finanze Eveline Widmer-Schlumpf ha confermato all’Italia in una nota ufficiale il ristorno del 38,8% pagato dal Canton Ticino ai comuni italiani confinanti.
“Il nostro governo federale non ha per il momento intenzione di portare modifiche poiché i ristorni dei frontalieri sono parte integrante della convenzione bilaterale per la doppia imposizione approvata da Italia e Svizzera il 9 marzo 1976 e entrata in vigore il 27 marzo 1979.”
Già il 14 marzo scorso, in risposta ad una interrogazione di Norman Gobbi, la ministra aveva ribadito quello che ora ha ufficialmente confermato al Governo italiano.
Soddisfazione da parte italiana e del sottosegretario agli Affari esteri Alfredo Mantica, che ha comunicato la notizia al parlamentare italiano del Pdl Marco Zacchera, attuale Sindaco di Verbania.
La questione è di fondamentale importanza per le comunità confinanti con la Confederazione, dalle quali quotidianamente migliaia di frontalieri partono per lavorare in Svizzera, scrive Zacchera in una nota stampa.
“Il sottosegretario mi ha fornito i dati ufficiali. Sono 45 mila i nostri connazionali che lavorano in Svizzera, la maggior parte nel Canton Ticino. Nello stesso cantone i frontalieri rappresentano il 21,5 per cento degli occupati. Le tasse che pagano oltreconfine vengono restituite ai Comuni di residenza nella misura del 38,8 per cento. Quella misura che le recenti campagne anti-frontalieri e i successivi risultati elettorali hanno messo in dubbio. Per ora non si cambia – conclude Zacchera, forte anche delle rassicurazioni di Widmer-Schlumpf.
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Molto bene, un altro motivo per "buttarla giù" a ottobre. Che la deputazione ticinese faccia quadrato, voglio sentire le loro promesse!
Ciao dlV :wink:
concordo al 100% ad ottobre "bannare" immediatamente ed i Ticinesi a Berna questa volta si facciano sentire e sentire bene, se necessario ribadiscano pure il concetto in Tedesco, così non possono dire di non aver capito :!: :!: :!:
ciao Do-1964, l'ultimo che sapeva farsi ascoltare dagli svizzero-tedeschi era Flavio Maspoli, non intravvedo suoi eredi a parte una ex-consigliera di stato classe 1958 e non è la Patty.
Ciao dlV, pensi a Madamme - MM :?:
sono d'accordo :!:
Do-1964 lo pensiamo in tanti, ma la rabbia dei radicali per la Waterloo cantonale si riverserebbe tutta contro di lei. Non credo, onestamente, che meriti un altro periodo di insulti gratuiti, maldicenze e denigrazioni. La cattiveria dei radicali nei suoi confronti è paragonabile all'Etna, in continua eruzione e quando vuole vomita l'impossibile tanto da sbattersene se il mondo si ferma e non volano nemmeno gli aeroplani con disagi e perdite di soldi.
Onde ottenere il massimo occorre inviare a Berna battitori collaudati.
Ho pensato a Pantani(deve parlare bene il tedesco visto come si esprime in italiano)poi occorrerà resuscitare,dopo la trombatura personale seguita dalla grande incazzatura per disobbedienze(incompetenza)degli eletti,il Nano.
Questa volta,i due ceffi,porteranno "ul stanghett".
Si prega di non riservare all'Hotel Schweizerhof Bern.
Hanno brutti ricordi.
Che cosa è successo allo Schweizerhof?
O non ricordo, o non lo so del tutto.
Caro ciapa, non è corretto parlar male dei defunti. :-|
Il nostro governo sa cosa fare. Tenersi per intero le trattenute delle imposte alla fonte pagate dai frontalieri italiani. Poi ci si siede al tavolo delle trattative e si discute per trovare una soluzione equilibrata che non penalizzi il Ticino.
Spero che la inguardabile EWS a dicembre venga trattata come si merita (chi la fa l'aspetti!)e lasci il governo federale ai rappresentanti del partito di maggioranza relativa.
I sindaci (podestà) dei comuni italiani interessati al ladrocinio attuale la piantino di rompere i marroni e si rivolgano a Roma ladrona o in alternativa al ministro Tremonti o al fuco Frattini.
Ciao Bike :wink:
wow wow, questa mattina, in atteggiamento e parole usate, mi sembri tanto il Nano!!
Comunque approvo in pieno quanto affermi!
Buona giornata
Sono nato anch'io da quelle parti di Molino Nuovo, ma ....qualche anno prima.
Se è vero che l'economia del cantone ha necessariamente bisogno di 50'000 frontalieri (sembrerebbe vero) ebbene , che questa economia, (oltre che farci sopra la cresta in termini salariali) paghi lei il 20% delle trattenute al Cantone. Dopo di che la EWS, da qui a dicembre faccia i cavoli che vuole. Il Cantone promuova una politica di aiuto alle aziende che occupano personale ticinese. Sveglia Gnè gné.
Sono d'accordo che un certo numero di frontalieri l'abbiamo bisogno soprattutto nel primario e nel settore infermieristico, ma non di sicuro nel terziaro ed in settori "sensibili" dove il segreto è fondamentale.
Chiaramente un lavoratore frontaliero con accesso a dati sensibili non si fà molti scrupoli nel copiare dati e venderli, così sa sistemarsi per tutta la vita al posto di dover lavorare 40 anni all'estero...... 8-O
Do-1964 non è corretto, secondo me, impostare la presenza dei frontalieri nel terziario così come da te esposto. Molto semplicemente, per tradizione, la manodopera ticinese nel terziario ce n'è in abbondanza, formata e motivata. Non è accettabile che si assuma personale straniero per il solo fatto che costa meno. Il Ticino ha vissuto un forte ridimensionamento nel terziario a causa delle centralizzazioni in Svizzera-interna, passi per i servizi di back-office, passi per uffici di trading, passi pure per l'ordinazione della carta dei fax e dei toner, ma che si assumano consulenti, assistenti, quadri dall'Italia licenziando i nostri NO. Considerando inoltre come gli "indigeni" hanno contribuito a salvare le Banche nel momento di crisi.
Forse mi sono espresso male :oops: ma volevo dire quello che tu hai scritto :!:
Nella trattenuta delle imposte ai frontalieri sono comprese anche le imposte federali? La Confederazione potrebbe rinunciare e lasciarle al Cantone. Allora facciamolo diventare un "problema interno" visto che con Roma uno dice bianco e l'altro nero e risolviamolo a favore del Ticino. Echecccavolo! Deputati ticinesi a Berna, sveglia! Almeno a sei mesi dalle elezioni. (so benissimo che son sempre soldi nostri, ma almeno si ha la sensazione di essere più ricchi a sud delle Alpi malgrado i tranelli-trucchetti di Tremonti & Co.).
Ciao dlV :wink:
buona la tua idea, non ci avevo pensato........
ma sicuramente fattibile! Deputati Ticinesi Forza fatevi sentire a Berna!
Emergerebbe che tra il Ticino e gli altri cantoni ci siano differenze di salario. Vale a dire che “un operaio per esempio della xxxx, una fabbrica che produce xxxx, dove per la prima assunzione verrebbe offerto un salario lordo di CHF 2100.-. Tolti i contributi, si scivola sotto i CHF 2000. Oppure la ditta xxxx, che con 250 dipendenti produce xxxx. Una ditta attiva in un settore di punta, ma con dei salari tutt’altro che tali, almeno a giudicare dalle informazioni fornite dai sindacalisti: CHF 2230.- al mese per le prime assunzioni. Si tratta ovviamente di salari con i quali in Ticino non si può vivere, e che vengono offerti soprattutto ai frontalieri, che in queste ditte rappresentano fino al 90% delle maestranze. Siamo dunque di fronte a casi di dumping salariale? Perché non si chiede l’intervento dell’autorità di sorveglianza sul mercato del lavoro? Non servirebbe a nulla, perché in queste ditte i salari erano già a questi livelli prima dell’entrata in vigore dei bilaterali, e quindi, secondo la nozione di dumping salariale prevista dalle misure di accompagnamento, è tutto regolare”. Ad affermarlo sono due sindacalisti ticinesi. :arrow: Leggi tutto su (infoinsubria iniziativa salari minimi). A proposito di salario minimo, per adesso è tutto (quasi) sereno, ma quando il gioco si farà duro ne vedrete delle belle. Già ora c’è chi dice, senza perdere tempo, che se tutte le ditte dovessero adeguarsi al salario minimo legale, qualcuna o tutte quelle piccole e piccolissime dovranno chiudere e quindi dovranno licenziare. Già chiara la strategia quindi. O “libertà” salariale a 2000 franchi o licenziamento. I partiti di destra, non dimentichiamolo, difendono i diritti di competizione e fors’anche le inevitabili diseguaglianze. Il salariato indigeno dovrà per forza di cose accettare il gioco. E' la globalizzazione, baby!
Imposta liberatoria. Ecco la via che il Consiglio Federale sta perseguendo per sanare il contenzioso dei conti non dichiarati in banche svizzere da parte della clientela estera. Dal Cdt di oggi si parla di negoziato con gli USA parallelamente a Germania e Inghilterra. Piccolo articoletto a pagina 7, ma di grande peso.
Alcune domande:
1. a quanto ammonterebbe questa imposta liberatoria sul capitale? 25-30% ?
2. la clientela straniera potrà decidere se lasciare i conti in CH?
3. quale sarà il periodo di "transizione"? annuncio e messa in pratica?
4. si pensa di attendere che l'accordo comprenda anche altri Stati ? p.es. Italia? oppure si permette a questi clienti di lasciare (come lasceranno) le banche svizzere approdando a Singapore & Co?
Con un'imposta non superiore al 10-15% si può sperare di trattenere qualcuno, oltre sarà il colpo che inginocchierà le piccole-medio banche ticinesi ed anche quelle estere.
Non mi fido e sono preoccupato, perchè i negoziati non terranno conto della peculiarità finanziaria del Canton Ticino.
No che non ne terranno conto!
No che la EWS non si rende conto di quel che dice (sarà tutto il CF a pensarla così?) e bisognerà defenestrarla al più presto possibile!
Senza toccare il discorso delle banche - le nosre grandi sembra che magari porteranno il domicilio all'estero - chi opera nel campo, non può non rendersi conto che ormai la via della seta è imperante ...
Per le piccole-medio banche se pensiamo poi al progetto Rubik, dove le banche diventeranno controllori fiscali, altro che essere preoccupati.
Concordo, il problema è di anticipare e prevedere ciò che sarà il sistema bancario svizzero tra tre-cinque e dieci anni. Le amministrazioni comunali e cantonali, soprattutto quelle di periferia come il Ticino, già stanno toccando con mano importanti contenimenti del gettito, ecco che urge una "mente" che sappia ridisegnare gli interessi economici dei vari Cantoni. La città di Lugano deve essere molto accorta e attenza in questo senso. Con il "Rubik" temo che vi sarà un'accelerazione del ridimensionamento del bancario e parabancario, comunque già in pieno corso. Come accrescere la qualità e su quali servizi (anche nuovi) deve puntare con decisione il terziario ticinese? Mi piacerebbe conoscere più opinioni che non siano del solito Economista Sergio Rossi (rosso), a mio avviso "Re del senno di poi e della teoria inapplicabile. 8)
Per quel che concerne SR (rosso), hai perfettamente ragione, ma (appunto perché rosso) non potevamo aspettarci qualcosa di diverso, in fondo per loro quel che conta è entrare in Europa. Inoltre, dall'alto della loro supponenza culturale, ben se ne fregano di tutti quelli che lavorano nel terziario. Che strana incongruenza!
È un argomento complesso, sia a livello CH che in Ticino, trascurato da molti gli attori che invece dovrebbero intervenire con proposte e soluzioni; tanto per incominciare, dalla città di Lugano, dove il gettito fiscale del terziario concorre al benessere di tutto il Cantone, fino a Bellinzona (magari il nuovo CdS? Magari che la Lega si impegnasse e non solo in campagna elettorale), passando attraverso le varie associazioni bancarie, i vari Citterio per intenderci ed il Centro Studi Bancari …
Non so, ma finora si è percepita solo una grande ingenuità, che non equivale a buon auspicio.
mah, più che ingenuità parlerei di poco "peso" e sostegno pressoché nullo a livello federale. Fintanto a Berna ci mandiamo un Dick Marty e un Filippo Lombardi. Uno pensa solo alla propria carriera internazionale-europea e l'altro ha esaurito le sue ambizioni portando a casa paccate di biglietti da mille per TeleTicino...
Ricordo che l'interrogazione per un potenziamento del corpo delle guardie di confine in Ticino a novembre 2010 fu firmato da Fabio Abate e Marina Carobbio... ed è tutto dire!
In tutto questo, mi chiedo, cosa mai abbia fatto di concreto il delegato incaricato di appianare i rapporti
CH-I, Respini, oltre che a ricevere (immagino) un lauto compenso :roll:
Il Governo ticinese, letto il rapporto, si è detto soddisfatto dei progressi e risultati ottenuti. Che fine abbia fatto non è data. Ma era il Governo della passata legislatura dove una decisione nel fare (la nomina di Respini per intendersi) era già considerato un atto coraggioso.