I Fratelli musulmani hanno chiamato a raccolta i siriani per quella che dovrebbe essere la più imponente manifestazione contro il regime del presidente Bachar al Assad dall’inizio delle proteste, lo scorso mese di marzo.
E’ la prima volta che il movimento religioso, bandito dal regime e i cui leader vivono in esilio, esce allo scoperto e lancia un chiaro appello alla rivolta.
Le autorità siriane ritengono i religiosi responsabili dei disordini, mentre i Fratelli musulmani accusano il governo di voler scatenare una guerra civile e di sabotare i (seppur deboli) tentativi di mediazione della comunità internazionale.
Giovedì il presidente Bachar al Assad aveva riaffermato la sua supremazia disponendo ingenti forze armate nelle strade della capitale Damasco e nelle periferie.
Secondo un’organizzazione siriana che si batte in difesa dei diritti dell’uomo, dal 18 marzo la repressione dei manifestanti da parte delle forze di sicurezza ha fatto almeno 500 vittime, di cui la maggior parte è stata uccisa nella città di Dera’a, località divenuta il simbolo della protesta.
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