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Svizzeri rapiti in Pakistan. Lo scenario peggiore: sono ostaggi dei talebani

I talebani del Pakistan hanno rivendicato martedì il rapimento di due cittadini svizzeri nella provincia del Baluchistan venerdì scorso.

Il Baluchistan è la provincia in cui lo scorso mese di maggio sarebbe stato ucciso il Mullah Omar, alto esponente del terrorismo di matrice islamica nella regione. Malgrado la sua morte sia stata smentita, quello che non può essere smentito è la gravità della situazione in cui si trovano i due svizzeri, un funzionario di polizia ed una ex poliziotta, entrambi del canton Berna.

E proprio nel Baluchistan sono in corso da settimane le violente offensive dei talebani, con attentati nei centri abitati ed attacchi alle truppe governative, alle postazioni militari e ai convogli di rifornimenti della Nato, soprattutto al confine tra il sud e il nord Waziristan, a ridosso della frontiera afgana.
Proprio nel sud del Waziristan sarebbero stati trasferiti i due ostaggi svizzeri.

Dalle notizie di agenzia non trapela a chi sia giunta la rivendicazione del movimento integralista islamico. I talebani hanno anche fatto sapere che nei prossimi giorni trasmetteranno le loro condizioni per la liberazione dei due ostaggi. Potrebbe trattarsi di un riscatto o di uno scambio di prigionieri.
Le autorità pachistane non hanno ancora confermato la rivendicazione, limitandosi a dire che stanno lavorando sulla vicenda e che ignorano in quale località siano stati portati i prigionieri.

Gli incauti turisti bernesi erano andati in Pakistan per un viaggio turistico. Erano stati rapiti venerdì 1. luglio da un gruppo di uomini armati a 170 chilometri da Quetta, la capitale della provincia del Baluchistan. Che detto per esteso è l’ultimo posto dove una persona sana di mente andrebbe in vacanza.

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Redazione

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