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Gemelline scomparse. Irina Lucidi parla del rapporto con Matthias Schepp

Il 30 luglio le piccole Livia e Alessia saranno scomparse da sei mesi. Scomparse dalla loro casa di Saint Sulpice dopo aver passato il fine settimana con il padre, Matthias Schepp.
Lui, stando alla cronaca, si è suicidiato qualche giorno dopo gettandosi sotto un treno in una cittadina delle Puglie. Delle bambine si è avuta l’ultima, incerta, testimonianza qualche giorno fa, quando sarebbero state avvistate in compagnia di una coppia di Rom su una spiaggia di Termoli, in provincia di Campobasso, per poi scomparire prima dell’arrivo della polizia.


La madre delle bambine, Irina Lucidi, ha rilasciato un’intervista al giornale italiano Oggi. Un’intervista in cui la donna sembra voler mettere bene in chiaro che razza di essere spregevole fosse Matthias Schepp, l’uomo con il quale aveva in corso una procedura di divorzio.
“Matthias era un uomo autoritario – ha spiegato – Esisteva soltanto lui. Gli altri non contavano nulla, non avevano un’identità, erano unicamente pedine che dovevano obbedire ai suoi ordini.
Aveva 100 milioni di regole. Per ogni cosa: aprire il frigo, mangiare, giocare, tutto era organizzato secondo uno schema molto preciso. La sera era il peggior momento della giornata. Non si poteva fare nulla. Lui decideva tutto. Si doveva mangiare alle 19h00 e non dopo, poi ci si doveva lavare, mettere il pigiama, guardare un poco la televisione, andare a letto, raccontare una storia e alle 21h00 spegnere tutte le luci. E guai a chi infrangeva queste regole.”

Nell’intervista Irina Lucidi racconta come le prime incomprensioni con il marito fossero iniziate nel 2007, quando avevano traslocato a Saint Sulpice. Un degrado del nucleo famigliare che era culminato nella separazione tre anni più tardi.
Inutile la terapia di coppia alla presenza di uno psicologo. “Non è servito a niente. Quel che lui non sopportava era la mia indipendenza e per contrastarla esasperava il lato autoritario del suo carattere. Finché la corda si è spezzata.”

Per la donna quanto compiuto da Matthias ha un solo significato: “Voleva colpire me. Io per lui non esistevo, ma quando ha capito che non sarei tornata, ha concepito per me questa punizione estrema. Adesso voglio scoprire come lo ha fatto. Come ha potuto farlo. Un giorno, spero presto, lo scopriremo… Il viaggio di Matthias con tutte le possibili variazioni di percorso è stato ricostruito. Si va per esclusione, da una trentina di scenari iniziali ne sono rimasti pochissimi ancora attuali. Ho fiducia”.

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Redazione

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