All’origine del ritorno della violenza in Tunisia ci sono gli islamisti o gli sbirri dell’ex presidente Ben Ali? I tunisini denunciano una situazione poco chiara – dal sito www.rue89.com
Nella notte fra sabato e domenica oltre 300 giovani armati di pietre e bottiglie esplosive hanno assaltato un posto di polizia nel quartiere Intikala, a Tunisi. A Menzel Bourguiba, un villaggio a 60 chilometri dalla capitale centinaia di giovani urlanti hanno sfondato le porte di un deposito e rubato armi e munizioni, per poi saccheggiare il commissariato locale.
Lunedì la protesta si è spostata a Sidi Bouzid, la cittadina dove era iniziata la rivolta di gennaio, quando il venditore ambulante Mohamed Bouazizi si era dato fuoco per protestare contro il sequestro, da parte della polizia, della sua bancarella di frutta. Qui gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine hanno fatto un morto e diversi feriti.
La Tunisia sta vivendo un mese di luglio difficile. Alla vigilia di una storica scadenza elettorale il paese nord africano è in preda ad una violenza che mette in una posizione delicata il governo di transizione.
Spesso contestato per la considerazione in cui tiene i membri del regime del deposto presidente Ben Ali, il governo ad interim è accusato di rallentare volontariamente la transizione democratica e di voler continuare a dirigere il paese ben oltre le elezioni del 23 ottobre.
Accuse smentite dal primo ministro provvisorio Beji Caid Essebsi, il quale ha confermato che la popolazione sarà chiamata alle urne alla data prevista.
Tra i giovani dimostranti c’è chi pensa che dietro le recenti proteste vi siano gli islamisti, i quali arruolano i giovani disoccupati e li mandano nelle strade indottrinati alla cieca violenza in nome della fede religiosa. Poi c’è chi da la colpa alla polizia, trattenuta dal compiere nuovi massacri solo per la presenza dell’esercito. Ognuno sembra avere la propria teoria, le voci si rincorrono e la situazione è caotica. La gente non capisce cosa stia succedendo, non sa chi stia governando il paese.
Ben Ali se n’è andato ma niente è migliorato. Anzi, tutto sembra andare peggio. Una delle principali forze trainanti della Tunisia, il turismo, conosce la più grave crisi di sempre. La stagione turistica è al culmine ma i sontuosi alberghi lungo le coste da Hammamet a Djerba sono pressoché vuoti e migliaia di persone impiegate in questo settore si trovano senza lavoro dallo scorso gennaio.
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Tra una dittatura laica, e il rischio (molto concreto) di una dittatura teocratica, opto per la dittatura laica.
Presto ci troveremo tutto il nord Africa con repubbliche islamiste:((
Tra una dittatura laica, e il rischio (molto concreto) di una dittatura teocratica, opto per la dittatura laica.
Presto ci troveremo tutto il nord Africa con repubbliche islamiste:((