Al summit che oggi vede riuniti a Bruxelles i capi di Stato e di governo della Zona euro si profila il prolungamento dei prestiti per i paesi in crisi: Grecia, Portogallo e Irlanda, da sette anni e mezzo a 15 anni con un tasso ridotto del 3,5% e non più del 4,5%.
Questo permetterebbe di evitare il default selettivo per la crisi greca prospettato stamattina anche dopo il vertice tenutosi nella notte tra Angela Merkel e Nicolas Sarkozy.
L’accordo franco-tedesco sul secondo piano di aiuti alla Grecia prevedeva un default selettivo. La posizione comune era stata comunicata al presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, impegnato a incontrare le varie delegazioni in vista del summit.
Secondo fonti diplomatiche, il nuovo prestito al governo di Atene potrebbe arrivare a 71 miliardi di euro e la partecipazione dei privati potrebbe valere 18-20 miliardi di euro. E’ stato inoltre deciso di rinunciare al prelievo di una tassa sulle banche per finanziare l’aiuto alla Grecia.
L’Institute of International Finance, che rappresenta circa 400 banche internazionali ritiene che la Grecia avrebbe bisogno di circa 170 miliardi di euro nei prossimi tre anni: 28-30 miliardi arriverebbero dalle privatizzazioni, 58 miliardi dalle ‘tranche’ del vecchio prestito e il resto verrebbe coperto dal secondo piano di aiuti.
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