Le borse di studio sono importantissime per il futuro di molti dei nostri giovani, permettendo loro di proseguire o migliorare le conoscenze e prepararsi così al mondo del lavoro.
A volte però la concessione risulta difficoltosa e per certi versi paradossale, arrivando addirittura a concedere delle borse di studio un anno e poi assolutamente zero l’anno seguente, portando così il giovane a dover smettere la formazione intrapresa, il tutto non per volontà propria.
Con la presente interrogazione chiedo quindi al lodevole Consiglio di Stato:
1. E’ veritiero che per i calcoli ci si basa ancora su un regolamento del 1995?
2. Come giudica il lodevole Consiglio di Stato l’applicazione di un’aliquota di conversione pari al 5% sulla sostanza (compreso la casa primaria !) quando a titolo di paragone un prestito obbligazionario della confederazione a 10 anni rende 1.30 % ?
3. Quante borse di studio sono passate da un anno all’altro da una risposta positiva a negativa?
4. Quante di queste sono dovute all’applicazione del 5 % sulla sostanza (compresa la casa primaria)?
5. Quanti ragazzi hanno interrotto la propria formazione in seguito ad una risposta negativa delle borse di studio ?
6. Quanti hanno invece interrotto lo studio per propria scelta ?
7. Esistono dei controlli e se del caso viene richiesto un rimborso ?
8. Non ritiene più opportuno, il lodevole Consiglio di Stato, effettuare una valutazione complessiva per l’intera durata della formazione, dando così maggior stabilità ai giovani ?
9. In che percentuale vengono concesse tra cittadini Svizzeri e stranieri ?
Daniele Caverzasio
Lega dei ticinesi
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