Frontalieri sopra quota 51mila, il CdS chieda urgentemente alla Confederazione misure di salvaguardia del mercato del lavoro ticinese.
Nei giorni scorsi l’Ufficio federale di statistica ha pubblicato le statistiche sui frontalieri relative al II semestre 2011.
Le cifre che emergono sono allarmanti. In Ticino i frontalieri sono ulteriormente aumentati ad oltre 51mila, di cui ben 27mila attivi nel settore terziario.
La principale impennata la si registra dunque nel settore terziario, ovvero proprio quello in cui la forza lavoro residente abbonda, e non ci sarebbe pertanto alcun bisogno di ricorrere, se non forse in casi isolati, a quella d’Oltreconfine.
In questo ambito infatti i lavoratori frontalieri si sostituiscono a quelli residenti, potendosi proporre a paghe inferiori, fenomeno ulteriormente aggravato dalla debolezza dell’euro e dall’assenza di contratti collettivi di lavoro.
Poiché statisticamente anche le agenzie di lavoro interinale ricadono sotto il settore terziario, il dato pubblicato dall’ufficio federale di statistica evidenzia pure il continuo aumento dei frontalieri impiegati da queste agenzie, con i conseguenti fenomeni di dumping salariale.
E’chiaro a tutti che 51mila frontalieri – a cui bisogna aggiungere oltre 12mila notifiche di lavoro temporaneo (meno di tre mesi) all’anno - costituiscono un fenomeno insostenibile per un Cantone di 320mila persone.
Davanti al continuo ed incontrollabile aumento dei frontalieri in Ticino, un intervento urgente nell’ottica di un contingentamento, specie nel settore terziario, non è più procrastinabile.
Con la seguente mozione si chiede pertanto al lodevole Consiglio di Stato:
– Di attivarsi urgentemente nei confronti della Confederazione chiedendo l’introduzione di misure di salvaguardia del mercato del lavoro ticinese;
– Di bloccare il rilascio di nuovi permessi per frontalieri fino a quando tali misure non saranno in vigore.
Lorenzo Quadri
Massimiliano Robbiani
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Ottima mozione che evidenzia un problema reale del settore terziario, verso il quale le nostre autorità sono silenti o peggio.
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